6.5
- Band: ILLOGICIST
- Durata: 00:44:48
- Disponibile dal: 01/11/2011
- Etichetta:
- Willowtip Records
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Conoscete sicuramente gli Illogicist, dalla Val D’Aosta, se seguite anche solo superficialmente la scena estrema nazionale: sono tra i gruppi che le danno maggior lustro e visibilità, e per produzioni e per indubbie capacità strumentistiche. Il loro terzo album, “The Unconsciousness Of Living”, è un disco di death metal tecnico con riferimenti stilistici principalmente orientati verso i Death del biennio 1993-1995, ma anche in grado di mostrare una buona dose di personalità fin dal primo ascolto: pezzi come “The Mind Reaper” – con la sua vena techno-thrash – lo indicano da subito. Tutto il disco si compone di canzoni complesse nella struttura, ma fluide, grazie a lunghe cavalcate o riff arzigogolati e curati in ogni aspetto, risultando godibili sin dai primi ascolti e rivelatrici di ulteriori spunti nei successivi. Tra tali finezze, la gestione ritmica, che produce andamenti veloci, monolitici o rallentati a seconda di cosa un brano comanda, come è chiaro in “Misery Of A Profane Soul”. Gli ascolti successivi, però, determineranno anche quanto questo disco vi piace nel profondo, perché vi risulterà ben evidente un’altra caratteristica di quest’album: il controllo. Tutto in “The Unconsciousness Of Living” sembra tenuto sotto controllo, in maniera capillare, col risultato che più in là negli ascolti vi accorgerete di come ogni suo frammento sia posizionato con criteri esatti. Da un lato è certamente un bene, perché è sempre piacevole trovarsi di fronte ad una band che sa cosa significhi scrivere una canzone, dall’altro però potrebbe essere una scelta troppo conservativa, nel senso che – alla lunga – l’assenza di momenti di vero e proprio “sgravamento” può limitare la carica del lavoro. Nostra opinione è che il death metal debba conservare una sua forma di animalità, altrimenti rischia di divenire troppo rarefatto nell’approccio. Ovviamente, la stessa è anche una questione di gusti personali, quindi è possibile propendere per l’una o l’altra possibilità in maniera preferenziale; a noi, tuttavia, tocca il compito di illustrare entrambe. Questo disco è vivamente consigliato agli amanti del death metal tecnico, che non rimarranno affatto delusi dall’ascolto.
PS: Un plauso andrebbe fatto anche alla produzione, che permette di seguire ogni singolo strumento in maniera agevole.