7.0
- Band: IMAGO MORTIS (ITA)
- Durata: 00:51:09
- Disponibile dal: 15/09/2009
- Etichetta:
- Drakkar Productions
- Distributore: Masterpiece
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Gli Imago Mortis (quelli lombardi, italiani da non confondere con gli omonimi brasiliani già recensiti su queste pagine) sono una sorpresa fino ad un certo punto: formatisi nel 1994, l’unico membro fondatore superstite ad oggi è il cantante/bassita Abibial. Invece di parlare, darsi delle arie e combinare ben poco, i nostri hanno sempre scelto il profilo basso, quello vincente e cioè quello che significa tanta gavetta e lavoro duro in silenzio. Passa il tempo, forse un po’ troppo, ma dopo quindici anni possiamo dire che gli Imago Mortis hanno confezionato un ottimo album black metal. Il nuovo “Ars Obscura” ha tutte le carte in regola per diventare una delle migliori release nostrane in ambito black metal degli ultimi mesi. La band lombarda da anni ha trovato il concreto supporto della francese Drakkar Prod., un’etichetta underground che ha sempre saputo fiutare i talenti veri, sbagliando assai di rado e ovviamente non nel caso degli Imago Mortis. “Ars Obscura” è un titolo perfetto per questa arte nera rappresentata in tutta la sua aura mortifera. Pensate all’immaginario creato negli ultimi anni dai Marduk, il fiato della morte sul collo, sebbene lo stile sia molto diverso rispetto a quello della band svedese: gli Imago Mortis non disdegnano le arcane melodie, ragionano e quando è il momento rallentano i ritmi per creare passaggi atmosferici. La produzione è di quelle assolutamente vincenti perché è ariosa, profonda, ed il suono dei singoli strumenti è ineccepibile, il lavoro svolto è stato fatto al massimo delle possibilità stavolta. I brani sono vincenti, di un livello davvero buono; la band potrebbe tenere un concerto nell’ossario di Sedlec in Repubblica Ceca e sarebbe qualcosa di memorabile poiché quella sarebbe la location adatta a rappresentare questa release, per molteplici ragioni. La band canta in italiano, latino e in “Cassa Mórta”, quello che sembra un dialetto lombardo. Anche i testi sono intriganti, a cominciare da “Nox Perpetua” in cui viene nominato persino un gruppo particolare di eretici italiani che si facevano chaiamre Benandanti e che erano presenti soprattutto nel territorio friulano all’inizio dell’era moderna. La band mastica un po’ di storia, evidentemente, e questo fa solo piacere: ci sono tanti modi per scrivere testi sugli eretici, e finalmente qualcuno che lo fa con un po’ di intelligenza. E quella stessa intelligenza la band l’ha riversata su ogni aspetto di questo CD, che ha il proprio apice nella strepitosa “Summa Regina Mortorum”, una canzone semplicemente da brividi! Non avevate mai sentito nominare questa band? Be’, da adesso non avete più scuse!