5.0
- Band: IMMINENCE
- Durata: 00.42.12
- Disponibile dal: 31/03/2017
- Etichetta:
- Arising Empire
- Distributore: Warner Bros
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Nel 2014 gli Imminence hanno dimostrato di saper far bene nelle sovrappopolate acque del metalcore. “I” è un album a fuoco, che dimostra allo stesso tempo maturità e fame, miscelando sapientemente i registri metalcore e alcune finezze post hardcore. Inoltre, grazie ad un lavoro accurato a livello di musica e testi, sa comunicare quella rara unicità che fa elevare le aspettative. Il suo successore salpa volontariamente oltre le acque del genere con ambizioni importanti, di quelle che sacrificano rabbia ed una grande fetta della componente heavy per puntare al successo commerciale. Riflettori puntati sulle grandi ed enfatiche melodie del vocalist Eddie Berg dunque, con l’uso pesante dell’elettronica a sorreggere un alt-rock da arena e una produzione da grande disco pop. Non viene nemmeno sacrificata del tutto l’energia (“This Is Goodbye”, “Cold As Stone”), andando a ripercorrere le strade tracciate da Linkin Park e Don Broco. Con “Broken Love” ancora ficcata in testa chi scrive ha ampiamente ceduto a un disco che ha del potenziale… peccato ci sia un difetto maiuscolo, che fa crollare il castello di carte annacquando qualsiasi risultato ottenuto: gli Imminence rubano i suoni di tastiera, le soluzioni di songwriting, l’effettistica, i cori, il mood ed il carattere ai Bring Me The Horizon degli ultimi album. Senza vergogna alcuna. Un difetto inaccettabile che gli svedesi, con noncuranza, non provano nemmeno a nascondere, perpetrando la formula dall’inizio alla fine della raccolta. ‘Il mediocre copia, il genio ruba’ disse Pablo Picasso: una band così giovane potrebbe quindi trovare fortuna in questa svolta, a parere di chi scrive invece dovrebbe prendere solo una dolorosa bacchettata sulle mani.