7.5
- Band: IMMINENCE
- Durata: 00:52:30
- Disponibile dal: 03/05/2019
- Etichetta:
- Arising Empire
- Distributore: Warner Bros
Spotify:
Apple Music:
Piccoli Bring Me The Horizon crescono. Dopo il famelico “I” e il discreto ma fin troppo derivativo “This Is Goodbye”, gli Imminence sembrano aver finalmente trovato la quadratura del cerchio e della botte con “Turn The Light On”, terzo disco che, fin dalla suggestiva copertina, accende i riflettori su una band destinata a fare sfracelli nell’affollato panorama del metalcore più melodico, di cui i BMTH sono (erano?) i padrini incontrastati. Il centro di gravità permamente è, come da tradizione, il frontman Eddie Borg – perfetto sotto ogni punto di vista: faccia da pos(t)er, timbrica struggente quanto basta, e perfino un violino che funge più che da mero riempitivo -, ma tutta la band si incastra a regola d’arte come un mobile Ikea, spinta a mille dalla produzione pompata a dovere come richiesto dal genere. A fare la differenza rispetto alle centinaia di band simili sono le canzoni, e stavolta con pezzi come “Paralyzed”, “Saturated Soul”, “Infectious” e “Lighthouse” – derivativi finchè si vuole, ma capaci tanto di restare impressi al primo ascolto quanto di sopravvivere alla prova del tempo – il quartetto svedese sembra davvero pronto a raccogliere il testimone da Oli Sykes e soci, senza dimenticare il trono lasciato vacante dai Linkin Park e la deriva sempre meno convincente presa dai 30 Seconds To Mars. Forse stiamo puntando troppo alto, ma quel che è certo è che un disco come “Turn The Light On” ha tutte le note in regola, dagli arrangiamenti ai chitarroni, per regalare quasi un’ora di gioia agli appassionati del melo-core (più melo che core, per la verità), e per il momento tanto ci basta.