7.5
- Band: IMPALED NAZARENE
- Durata: 00:35:00
- Disponibile dal: //2001
- Etichetta:
- Osmose Productions
- Distributore: Audioglobe
A volte essere rozzi paga. Questo deve essere il pensiero fisso che ha tormentato Mikka Luttinen, mastermind degli ormai storici Impaled Nazarene, per la sua ormai più che decennale carriera. Dopo il primo, realmente seminale, “Tol Kompt Norz Norz Norz”, la band finlandese si è prodotta in una serie di album che, per iconografia e rozzezza compositiva, devono essere definiti, permettetemi un po’ di ironia, “ignoranti”. Passando attraverso riusciti ed abrasivi tributi ai Motorhead ed un periodo prettamente black-core (rappresentato al meglio da “Rapture”), gli Impaled Nazarene giungono con “Absence Of War Does Not Mean Peace” a realizzare il loro disco più classicamente metal e, probabilmente, il più riuscito. Ogni retaggio hardcore o rock’n roll è rabbonito e sovrastato da una preponderante vena metal che unisce con inaspettata astuzia black-death vagamente di maniera con una coinvolgente dose di metal classico di derivazione maideniana. Tralasciando episodi piuttosto faceti come la ultra-grind “Satan Wants You Dead”, il livello generale delle composizioni è piuttosto alto, seppure l’originalità sia in larga parte tralasciata in favore di un assalto grezzo e rutilante che dimentica volutamente ogni cesello. Un lavoro molto piacevole, dal momento che sembra voler riportare in auge un certo modo di fare metal che abbandona la tecnica in favore dell’impatto. Spero che quanto detto sopra non vi porti a concludere che “Absence…” sia un disco raffazzonato o approssimativo, perché in realtà il nuovo lavoro degli Impaled Nazarene gode di una produzione assassina che non fa altro che scatenare nel modo migliore l’aggressione senza censure dei finlandesi. Ambigui, volgari, osceni, ma assolutamente capaci di sollazzare le orecchie di quella sorta di metallaro rozzo ne quale mi trasformo non appena parte “Absence Of War Doesn’t Mean Peace”. Per riscoprire il proprio lato animale…