7.0
- Band: IMPALED NAZARENE
- Durata: 00:32:21
- Disponibile dal: 28/05/2021
- Etichetta:
- Osmose Productions
- Distributore: Audioglobe
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Non erano mai passati sette anni da un full-length all’altro in casa Impaled Nazarene: vero è che in questo periodo la band finlandese ha comunque rilasciato l’EP “Morbid Fate”, ma indubbiamente i Nostri in questo ultimo decennio stanno andando un po’ a rilento rispetto al passato. Poco male, i ‘karmageddon warrior’ in un modo o nell’altro non deludono mai i propri fan e riescono sempre bene o male a sorprenderli.
Il nuovo “Eight Headed Serpent” parte al fulmicotone, con il duo opener e titletrack che ci riporta ai cari, vecchi Impaled Nazarene violenti ed incontrollabili, specialmente quelli di “Ugra Karma”. La produzione è uno sferragliamento continuo, i suoni sono molto taglienti e potevano essere anche più incisivi, magari mettendo le chitarre ancor più in evidenza, mentre la base ritmica è il solito tritacarne e non si risparmia durante tutta la release. L’energia, dunque, negli Impaled Nazarene non è scemata, e questo è un dato importante e non scontato alla vigilia dell’uscita. Sotto molti aspetti possiamo dire che questo “Eight Headed Serpent” è il classico album del buon Mikka (ormai cinquantenne) e soci, il piglio punk schizofrenico è ancora bello vivo nell’animo dell’incontrollabile band finnica. Non mancano alcune derivazioni sonore cariche delle più disparate influenze: con “The Nonconformists” si ritorna un po’ al thrash anni ’80, per poi rientrare nei ranghi con la devastante e tiratissima “Metastasizing And Changing Threat”. Il bello di questo album consiste proprio in questa alternanza tra il classico trademark, al quale la band in decenni di onoratissima carriera ha abituato il proprio pubblico, e le deviazioni stilistiche prese a prestito da altri generi musicali e violentate alla solita maniera degli Impaled Nazarene. “Octagon Order” è un brano simbolo di quello che riescono ad iniettare in una sola canzone i Nostri: l’odio punk, i ritmi ed i cori hardcore, la dolce follia del metal estremo. Ci sono anche gli episodi in cui la band unisce in modo sapiente le varie deviazioni sonore come in “Debauchery And Decay”, il cui target coincide con la parola d’ordine della band: violenza ad ogni costo. “Apocalypse Pervertor”, invece, sembra un inedito uscito dal passato dei primi Kreator per la ferocia che possiede. La tredicesima fatica su lunga distanza si conclude con la sofferta e sorprendente “Foucault Pendulum”, ennesima dimostrazione che gli Impaled Nazarene possono fare e suonare quello che vogliono e sanno farlo sempre bene.
Questi folli finlandesi sono uno di quei gruppi che vanno supportati a prescindere e per mille motivi; ora davvero si spera che la macchina dei concerti si rimetta in moto al 100% e che ci sia la possibilità di rivedere sul palco queste macchine tritacarne che dal vivo non fanno prigionieri. Impaled Nazarene perkele!