7.5
- Band: IMPALED NAZARENE
- Durata: 00:33:48
- Disponibile dal: 16/04/2014
- Etichetta:
- Osmose Productions
- Distributore: Audioglobe
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Celebriamo i finlandesi Impaled Nazarene, giunti, incredibilmente, già al dodicesimo studio album (masterizzato ai Finnvox Studio, mentre la cover è stata disegnata dall’ex bassista Taneli Jarva, anche ex Sentenced). La band guidata dall’immortale Mika Luttinen (o se preferite Slutti666) sta sfiorando il quarto di secolo di attività, speso a sputare sangue e bestemmie sul mondo con il suo sound anarchico ed irriverente. Non sono mancati gli alti e bassi nella lunghissima carriera, ma la band è tornata in ottima forma ed il nuovo album ne è la riprova più evidente. Si inizia con l’ottima “King Reborn”, una canzone diretta, fredda e satanica che ha uno strano appeal, sembra un brano dei Marduk fusi ai Sodom. Questo è un brano che sarà devastante anche in chiave live. Ciò che impressiona subito è la produzione tritasassi ed estremamente metallica come una mitragliatrice dalle munizioni infinite. La scelta dell’opener deve essere sempre e comunque oculata, anche nell’epoca digitale di oggi, dove uno può stravolgere a proprio piacimento la playlist senza seguire un ordine prestabilito. Lo sappiamo tutti: il brano di apertura è un po’ come il biglietto da visita. E’ un peccato mortale sbagliare presentazion,e perchè la prima impressione è spesso quella che conta. Il secondo brano “Flaming Sword Of Satan” è cadenzato con influenze thrash, presenti un po’ in tutto l’album. Gli Impaled Nazarene qui fanno valere tutta la loro esperienza e costruiscono un brano monolitico, pesante ma allo stesso tempo con una sua dinamicità annichilente. Qui la base ritmica, fredda e metallica come di rado capita di sentire, è il punto di forza della band. E non solo su questo brano. “Pathological Hunger For Violence” è un grande episodio in cui si fonde il black metal e la tradizione thrash assimilata dagli Impaled Nazarene in tutti questi anni. Non sono in tanti a saper creare con tanta naturalezza un metal così estremo con apparente sufficienza. Gli Impaled Nazarene sono dotati naturalmente nel saper suonare metal estremo pazzo e furioso senza far fatica ad idearlo. L’approccio è quello di una band eternamente giovane e “Pathological Hunger For Violence” è il logico risultato entusiasmante di questa attitudine sempreverde del combo finlandese. “Vestal Virgins” è dominato dalla vena classic thrash metal ed il mood è inevitabilmente molto old school, mentre “Martial Law” è il classico brano nato dalle influenze assimilate da decenni da Mika e soci: un miscuglio esplosivo di black/thrash/core sputato con rabbia e suonato in modo elementare. Quando si teme che la release possa appiattirsi un po’ verso soluzioni troppo compassate, arriva “Apocalypse Principle”, il migliore tra i brani più influenzati dal thrash metal: l’inizio è incredibilmente energico, il ritmo serrato e le sfuriate al fulmicotone fanno traballare il trono dei Destruction. C’è persino un coro nel refrain in pieno stile Anni ’80. Un tributo al caro, vecchio thrash d’annata con quel tocco diabolico tutto Impaled Nazarene! Con la successiva “Kuoleman Varjot” per fortuna c’è spazio per l’extreme metal guidato dalla ferocia del black metal, che traforma la song in una delle più distruttive della release. Brano corto ma potente. E giungiamo alla titletrack “Vigorous And Liberating Death”, una delle canzoni migliori del lotto: qui si ritorna ai livelli di devastazione dell’ottimo “Manifest”, ma forse con un briciolo di cattiveria in più. Si va verso il finale dell’album ed i brani si inaspriscono e rendono l’opera sempre più estrema in un crescedo di adrenalina. Si passa da “Drink Consultation”, uno dei brani migliori e più veloci della release, alla magnifica “Dystopia AS”, una mazzata che manda diretti al tappeto. Si continua la mattanza con la pazza “Sananvapaus”, una canzone senza senso e scritta da malati mentali: gli Impaled Nazarene, appunto. Il minutaggio complessivo supera di poco i trenta minuti e se contate quanti sono i brani contenuti nel CD allora si fa presto a capire che questi siano molto corti e adatti per far sprigionare un’enorme energia. Dopo così tanti anni siamo ancora qui a parlare degli Impaled Nazarene come un gruppo di pazzi scatenati dalle mille energie, neanche si trattasse di una band di ventenni esordienti! Il bello è che in sede live questo fuoco sacro gli Impaled Nazarene non lo risparmiano. C’è da chiedersi se in concerto il palco reggerà sotto i colpi di brani come “King Reborn” o “Dystopia AS”! Oltre ad essere completamente fuori di senno, gli Impaled Nazarene sanno suonare bene e produrre ottimi album, un po’ come i Tankard in ambito thrash metal. Mai sottovalutare la gente pazza!