7.5
- Band: IMPERIUM DEKADENZ
- Durata: 00:50:55
- Disponibile dal: 20/01/2023
- Etichetta:
- Napalm Records
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Sono passati più di tre anni dal notevole “When We Are Forgotten”, sesto full-length di una carriera, quella degli Imperium Dekadenz, avviata in punta di piedi ormai quasi vent’anni fa, ma certo non avara di piccole e grandi soddisfazioni lungo il proprio percorso. Da qualche tempo, il duo tedesco è difatti diventato una certezza nell’ambito del black metal più arioso e atmosferico, grazie a opere come il succitato “When…” o “Meadows of Nostalgia”, con le quali il progetto ha messo in evidenza una scrittura che punta sempre più spesso e con maggiore maturità sui chiaroscuri dei registri emotivi e su un incedere riflessivo che ben si presta a sottolineare la forte componente melodica alla base del lavoro di chitarra. In particolare, nelle ‘hit’ del disco precedente si notava un respiro crepuscolare mai così accentuato, cosa che viene in parte ripresa su questo nuovo “Into Sorrow Evermore”, altro capitolo che, già dal titolo, evidenzia l’anima inquieta e nostalgica della proposta degli Imperium Dekadenz.
Come ormai di consueto, siamo su un territorio melodic black metal che a tratti non manca di strizzare l’occhio a vaghe arie dark o death-doom metal, denudate però di quelle sovrastrutture sonore o concettuali a volte un po’ forzate oggi tanto in voga in alcuni circuiti underground. Il duo ha un approccio sobrio e onesto, sostanzialmente old school nel modo di affrontare songwriting e produzione, da cui non a caso traspare una profonda ricerca armonica al centro di tutto. Vespasian e Horaz non esagerano in nessun senso: i brani, pur mediamente strutturati, di rado superano durate veramente sfiancanti, mentre i riff e gli spunti portanti trovano modo di svilupparsi con ordine, efficaci nel determinare il senso di un flusso liquido di coscienza, misurato e attento, in cui si intersecano severità black e i suddetti languori derivanti da altri generi.
Ancora una volta, gli episodi più riusciti risultano quelli in cui la band si abbandona totalmente alla propria vena nostalgica: con tracce come la title-track, “Truth Under Stars” e la solenne e tristissima “Aurora”, la vera natura della musica degli Imperium Dekadenz risplende al meglio, tra una maestosità mai sopra le righe e un vago messaggio di speranza, che riesce a farsi largo pur nell’apparente mestizia e disillusione che questa musica sembra suggerire.
Peccato per una parte centrale più ordinaria o comunque non così ‘carica’ a livello emotivo, ma il notevole incipit del disco riesce comunque a trovare degno contendente in una “Memories … a Raging River”, episodio di chiusura che rilancia la tracklist trasmettendo nuovamente una dirompente forza evocativa.