IN FLAMES – Lunar Strain

Pubblicato il 01/01/1994 da
voto
8.0
  • Band: IN FLAMES
  • Durata: 00:36:47
  • Disponibile dal: //1994
  • Etichetta:
  • Wrong Again Records
  • Distributore: Audioglobe
Streaming non ancora disponibile

Narra la leggenda che “Lunar Strain”, debut-album degli In Flames, fu composto nell’arco di sole 24 ore, dopo che Jesper Stromblad, Glenn Ljungstrom e Johan Larsson ricevettero in piena notte la telefonata del boss della Wrong Again Records, il quale disse loro di essere stato folgorato dal demo ricevuto e di essere intenzionato a pubblicare subito l’album. Non ci è dato sapere se ciò risponde esattamente a verità, ma fatto è che l’album in questione contiene poco meno di quaranta minuti di extreme metal freschissimo, aggressivo, piacevole ed esaltante: insomma, un esordio con i fiocchi e assolutamente da avere, se vi considerate veri fan della band. Oltre ai tre componenti ufficiali e al tagliente screaming-growl style di Mikael Stanne, prende parte alle registrazioni, avvenute già all’epoca negli ora osannati Fredman Studios e con l’ora osannato Fredrik Nordstrom in consolle (anche se la produzione risulta a carico della band stessa), anche il secondo chitarrista Carl Naslund, breve meteora nell’incessante viavai di musicisti che attorniavano il combo scandinavo nei primi anni di vita. Il platter è aperto dal vorticoso riffing della memorabile “Behind Space” (sì, proprio la song che poi verrà ripresa in “Colony”), la quale mette subito in mostra il notevole appeal folkish del disco, le doti canore devastanti di Stanne e un finale acustico dolcissimo, colpevolmente (o no?) omesso nella riedizione del 1999. A ridosso segue la title-track, brano discreto ma non eccezionale, nel quale si segnala la presenza alle backing vocals di Oscar Dronjak (poi divenuto famoso negli Hammerfall); la seguente “Starforsaken”, una delle preferite di chi scrive, viene introdotta da un grazioso incipit di violino, suonato da tale Ylva Wahlstedt, e si dipana attraverso riff vicini al thrash e ottime linee vocali. Potente ed incessante è la strumentale “Dreamscape”, perfetto esempio di come i primi In Flames sapessero costruire partiture di chitarra intricate ma dannatamente affascinanti. Divisa in due distinte parti, ecco sopraggiungere “Everlost”, alla cui prima sezione death-doom succede una sognante seconda metà di brano, composta da chitarre acustiche e interpretata dalle female vocals di Jennica Johansson, per un pezzo che rammenta abbastanza alcune soluzioni care anche ai primi Dark Tranquillity. L’imprevedibilità dell’album non si smentisce neanche con la settima traccia, “Hårgalåten”, riedizione metallica di un brano tradizionale svedese, nella quale sono ancora protagonisti violini e viole. “In Flames” riporta “Lunar Strain” su binari più consoni e contiene l’ennesima ospitata “celebre”, ovvero le lead guitars di Anders Iwers, cesellanti le ritmiche di un pezzo fra i più riusciti del disco, dotato di un break acustico davvero intenso. La rapida e nervosa “Upon An Oaken Throne” e la più cadenzata “Clad In Shadows”, quasi mai mancante dai loro live-show, almeno fino a qualche tempo fa, fanno scendere il sipario su un platter che non necessita di altre descrizioni. Non una brutta canzone, non un filler… un piccolo, grande monumento metallico.

TRACKLIST

  1. Behind Space
  2. Lunar Strain
  3. Starforsaken
  4. Dreamscape
  5. Everlost ( Part I )
  6. Everlost ( Part I I )
  7. Hårgalåten
  8. In Flames
  9. Upon An Oaken Throne
  10. Clad In Shadows
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