6.0
- Band: IN HEARTS WAKE
- Durata: 00.45.12
- Disponibile dal: 26/05/2017
- Etichetta:
- UNFD
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Quarto album in studio per i best seller di casa UNFD In Hearts Wake, che continuano a riscuotere grande successo nella nativa Australia rincorrendo il successo di Northlane, The Amity Affliction, I Killed The Prom Queen e, ovviamente, Parkway Drive. Per dar colore a una proposta non certo originale la formazione di Byron Bay spinge forte sulla ‘gimmick’ ambientalista: “Ark” è interamente costruito sulla connessione uomo-acqua, rapporto che tocca tutti gli aspetti dell’album – dalla copertina ai titoli delle canzoni ai testi – e si rafforza nell’alleanza con la fondazione Tangaroa Blue per promuovere l’ecologismo attraverso la musica. Se accantoniamo il contorno per parlare di musica a livello strumentale la raccolta si basa su un metalcore solido, groovy e massiccio, che ricorda gli August Burns Red e, talvolta, anche soluzioni ribassate à la Bury Your Dead. La controparte vocale però segna fortemente il risultato finale, con le parti gutturali di Jake Taylor che si alternano in continuazione alle acute clean vocals del bassista Kyle Erich. Una soluzione abusatissima e che ha provato più volte la propria bontà, ma che in questo caso non funziona a dovere: i melodici risultano palesemente fuori luogo soprattutto per il retrogusto pop-punk, un contrasto palesemente ricercato ma troppo accentuato e disomogeneo, anche quando l’elettronica tenta di fare da ponte. Qualche riffone e qualche breakdown si dimostrano particolarmente vincenti, in più bisogna dar atto alla formazione di essersi impegnata per variare la propria formula, ma la polarizzazione delle vocals è sempre in primissimo piano e mette continuamente a disagio l’ascoltatore. A meno di improbabili colpi di scena non saranno gli In Hearts Wake a raggiungere le migliori metalcore band australiane nel successo internazionale.