IN LIMINE – Inveteratus

Pubblicato il 04/11/2025 da
voto
7.5
  • Band: IN LIMINE
  • Durata: 00:49:24
  • Disponibile dal: 24/10/2025
  • Etichetta:
  • Rockshots Records

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Il debutto assoluto degli In Limine spacca di brutto!
Iniziamo con questa frase ad ‘effetto boomer’ la nostra recensione di “Inveteratus”, l’esordio – appunto – di questo non ben definito gruppo cremonese che vede in Matteo Galimberti, chitarrista, polistrumentista ed ex Cripple Bastards, il membro fondatore, l’unico compositore e, in definitiva, l’anima motrice del combo, poi comunque ben ampliatosi. Fanno ora squadra con Matteo, infatti, il bassista Simone Storti, crediamo in pianta stabile, e addirittura, come session di registrazione, un tale di nome George Kollias alla batteria. Completa il quadro l’ottimo e versatile vocalist estone Laur Lindmäe, attivo in band semi-sconosciute quali Goresoerd e Pridian.

Con un connubio sì qualitativo di forma, forza e sostanza, non era difficile immaginarsi un discone, ma un album così avvincente e piacevole non ce lo saremmo aspettati  davvero. La scena è satura da anni, i cloni in generi piuttosto autoreferenziali come quelli di riferimento per gli In Limine sono all’ordine del giorno, ma questa compagine sa il fatto suo e lo mette sul tavolo a carte tranquillamente scoperte.
Siamo dunque posizionati tra thrash metal, death metal, hardcore e metalcore, in cinquanta minuti che odorano di Slayer e primi Sepultura al cubo e nei più profondi siti dell’umana epidermide; ma non solo, perchè poi in effetti, come giustamente citano i cenni biografici, Testament, Death e Morbid Angel fanno capolino qua e là in “Inveteratus”. E ci limitiamo a citare solo qualche capostipite, perchè poi il gruppo ricorda altre decine di band spazianti tra i generi succitati (una a caso ma che fa proprio al caso nostro: The Haunted), facendolo sempre in modo meritevole e giudizioso, mai come semplici e meri epigoni.
Piacciono moltissimo, poi, alcuni ricorsi a pseudo-melodie e, soprattutto, l’uso oculatissimo e perfetto dell’approccio introspettivo alla composizione – leggasi fondamentalmente cupe sezioni arpeggiate – che spicca certamente nelle due strumentali del lavoro, “Echoing To Nothing” prima e “A Veil, A Shield” poi, ma anche nell’opera omnia di chiusura “Misoneism”, otto minuti di apocalisse a più strati, nerissima, distopica, annichilente per atmosfera e penombra.
Il resto della tracklist è da manuale del disco estremo dinamico e tellurico, compreso tra una prima manciata di tracce completamente accerchianti – diciamo dalla prima alla quarta, con proprio “Instinction” a svettare di prepotenza – una sezione centrale più rapida, senza fiato ma un pelo inferiore, ed infine un mastodontico colpo di coda con l’ottimo singolo “Unfollow” (assoloni spettacolari!) seguito dalla già citata “Misoneism”.

Un lavoro quindi altamente consigliabile e consigliato a chiunque possa apprezzare i gruppi citati – e non siete certo pochi! – proprio per la sua verve ed il suo piglio ispiratissimi, seppur chiaramente di minima originalità e quasi totale derivazione.
Siamo sicuri che gli In Limine possano farsi valere assai nella già affollata classe italiana di formazioni death metal e – perchè no? – ottenere anche qualche vetrina internazionale. Andare ad ascoltare, forza!

 

TRACKLIST

  1. Soldier Child
  2. Same Language Babilonia
  3. Misleading
  4. Instinction
  5. Echoing To Nothing
  6. Ruins Of Flesh
  7. Psychic Frame Subsidence
  8. Silence Completion
  9. A Veil, A Shield
  10. Unfollow
  11. Misoneism
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