7.5
- Band: IN MOURNING
- Durata: 00:45:50
- Disponibile dal: 26/11/2021
- Etichetta:
- Dalapop
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Gli In Mourning restano sulla scia tracciata dal buon “Garden Of Storms” (lavoro con il difficile compito di seguire l’ottimo “Afterglow), tornando infatti sul mercato con il disco numero sei. “The Bleeding Veil” rimane sulle coordinate del death di stampo marcatamente progressivo, forse scurendo un po’ le trame delle proprie (ottime) costruzioni musicali, come denotano alcuni passaggi particolarmente cupi e malinconici. Laddove nelle precedenti incarnazioni la soffusa tristezza sembrava parte di un viaggio in cui questa non poteva essere evitata, in questo nuovo lavoro gli svedesi sembrano appesantiti, illanguidendo di una vena esistenzialista un po’ tutti sei brani proposti, e del resto la copertina sembra tagliare di non poco la tradizione. Non mancano ancora una volta riferimenti a quanto tracciato in passato dagli Opeth, per forza di cose una presenza difficile da cancellare all’interno di un tale apparato musicale, ma gli In Mourning se la cavano piuttosto bene anche nelle composizioni risalenti a quello che è il loro modo di porsi di fronte al genere: una certa armonia nella scrittura, parti di piano e forte, non scevre di una musicalità inconsapevolmente catchy, fanno da contralto una rabbia affogata nel dolore e in una non detta necessità d’espressione, e non sembra un caso che in alcuni punti la voce risuoni quasi strozzata, soffocata dagli eventi e dal loro peso. È dunque così che si ottengono brani emozionanti come “At The Behest Of Night”, le cui aperture progressive in alcuni casi travalicano facilità comparative e vanno a ricordare anche nomi quali Solefald o In Vain, soprattutto nelle sortite pulite, per non parlare di brani struggenti come la splendida “Solitude And Silence”, vero ‘trademark’ per descrivere il sound della band. In generale gli In Mourning sembrano aver voluto accentuare la parte death-progressive piuttosto che una sola delle due, lasciandosi un po’ alle spalle quella allure alt-rock che si portavano dietro in alcune sortite sperimentali, e magari amplificando una sorta di oscura spiritualità. Quello che ne risulta è un disco da ascoltare dall’inizio alla fine, capace di emozionare in alcuni punti davvero ispirati, per una realtà che resta ancorata ad un livello qualitativo eccellente.