7.0
- Band: IN-SIGHT
- Durata: 00:29:45
- Disponibile dal: 21/05/2012
- Etichetta:
- (logic(il)logic)
- Distributore: Andromeda
Spotify:
Apple Music:
Capitanati dall’inossidabile batterista Gianluca “Mek” Melchiori, gli In-Sight giungono al loro debutto ufficiale, nonostante siano una band attiva da almeno una decina di anni. Nel 2009 il gruppo ha subito un importante cambio di formazione introducendo sia i due cantanti attuali della band, Emanuela Antonelli e Andrea Pecora, che il nuovo chitarrista Mattia Stilo. Il combo lombardo in questi ultimi anni, una volta trovata una propria stabilità, ha dunque lavorato per dare vita a questo “From The Depths”, che loro stessi definiscono come loro album di debutto (nonostante prima abbiano dato alla luce altri tre lavori che non è ben chiaro se siano da considerarsi EP, demo o full-length). La musica degli In-Sight affonda le proprie radici in quello che è un sound melodic-death/core in un susseguirsi ordinato (e ordinario) di riff melodici e ariosi, ma al contempo frenetici e urgenti che mettono in rilievo una preparazione tecnica davvero buona, oltre ad una discreta capacità compositiva. Trattando questa release, non possiamo di certo astenerci dal parlare di una delle protagoniste principali: la melodia. Dal punto di vista vocale, le parti di Emanuela risaltano in maniera evidente rispetto a quelle in growl di Andrea. Questo alternarsi per certi versi finisce per portarci alla mente quanto di buono sia stato fatto negli anni da una band come i Lacuna Coil che, pur essendo di un genere differente, probabilmente ha influenzato per certi aspetti l’operato degli In-Sight. Per onor di cronaca, diremo che ci sono ancora alcuni margini di miglioramento dal punto di vista tecnico (e anche un po’ della pronuncia), ma la base di partenza è indubbiamente molto buona. Al sopracitato duetto va aggiunto l’importantissimo apporto strumentale da parte del resto della band, capace di scrivere brani con strutture solide e funzionali, grazie anche ad un chitarrista in grado di elaborare trame solistiche davvero convincenti, mettendo sempre in primo piano l’immediatezza e la riuscita della canzone piuttosto che il proprio ego (errore commesso da moltissimi chitarristi dotati di un minimo di padronanza tecnica). “From The Depths”, dunque, è un album che si lascia ascoltare volentieri, complice anche una durata complessiva breve, che non lascia spazio a cali di tensione. Ci sentiremmo di consigliare l’ascolto di questo disco, e la scoperta di questa band in generale, sia agli amanti di sonorità swedish più catchy (modello ultimi In Flames) che ad estimatori di realtà moderne più vicine al cosiddetto metal-core, piene di groove, refrain melodici e ritornelli di facile presa, come primi Trivium o Bullet For My Valentine. Teniamo d’occhio questi ragazzi, potremmo tornare presto a sentire parlare di loro.