7.0
- Band: IN THE WOODS...
- Durata: 00:49:39
- Disponibile dal: 25/11/2022
- Etichetta:
- Soulseller Records
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La pandemia ed una situazione di instabilità generalizzata all’interno della band, dovuta principalmente all’abbandono di quello che era diventato il leader del combo post-reunion, il vocalist inglese James Fogarty alias Mr. Fog, non ha fermato i norvegesi In The Woods… dal ripresentarsi al via in questo terminante 2022 con un nuovo lavoro sulla lunga distanza, il terzo da quando il gruppo di Kristiansand si è riformato nell’ormai lontanino 2014.
Siamo sicuri che, non sappiamo dirvi se purtroppo o per fortuna, le critiche che pioveranno sul capo degli scandinavi saranno sempre le stesse: ma perchè andare avanti con il nome In The Woods…? Perchè deprezzare così stolidamente un monicker le cui gesta ad inizio carriera – dobbiamo ancora una volta ricordarvi i capolavori “HEart Of The Ages” e “Omnio”, oppure l’azzardatissimo “Strange In Stereo”? – sono/erano ormai assurte a leggenda indiscussa? Per quale motivo ridurre a macchietta di se stessi i padrini di quell’avant-black metal che univa magicamente classe, eleganza e visione del futuro in parti uguali e sempre sorprendenti?
Ebbene, non nascondiamo che, a vederla da fan di vecchia data, anche noi storciamo il naso nel giustificare la scelta di procrastinare l’uso di un nome che ormai ha trasceso del tutto il significato di quell’entità primordiale e avanguardistica. Nonostante un certo e sicuro approccio progressivo sia rimasto nelle modalità compositive degli attuali In The Woods…, lo spirito che trasmette la musica di tale ennesima incarnazione del gruppo è totalmente differente da quello emanato dai gemelli Botteri e compagnia venticinque anni fa. E nonostante sia ancora della partita Anders Kobro, batterista session sull’esordio del 1995 ma poi membro fisso della band fino ad oggi, la sua presenza non basta a rievocare completamente l’anima di quella formazione.
Formazione che, oggi, può vantare di ottimi musicisti e discreti compositori, in grado di scrivere lavori anche sopra la media, ma che a nome In The Woods… stonano un po’, lasciando un indelicato velo di indifferenza su tutto ed un sapore amaro in bocca che fa fatica a ripulirsi. Che dire della prestazione, infatti, dei due chitarristi Kare André Sletteberg e Bernt Sorensen? Fanno il loro alla grande, poliedrici, ben complementari, anche piuttosto fantasiosi ed ispirati, passando con disinvoltura da tremolo picking a ritmiche groovy, da malinconia a partiture sostenute. Ed il nuovo acquisto al microfono, il piacevolissimo Bernt Fjellestad, sentito in passato nei Guardians Of Time e nei Susperia? Com’è, come si presenta? Non è istrionico come lo era Mr. Fog ed ovviamente non è sperimentale come lo era lo storico Jan Kenneth Transeth, ma è sicuramente più tecnico e dotato vocalmente di entrambi i suoi predecessori, con una gran bella estensione vocale per il pulito ed uno scream raschiante e penetrante il giusto; un bell’acquisto, poco ma sicuro, ma anch’egli non riesce a fare la magia necessaria a risollevare verso il mito la storia di un gruppo decaduto da band seminale e di culto ad entità appena al di sopra della media.
La tracklist di “Diversum” – non è un caso che si citi il titolo del disco per la prima volta verso fine recensione – è discreta, senza alcuna caduta di tono ed anche un crescendo imperioso e prepotente che, a tratti e non per tutti gli episodi, mette in mostra degli spezzoni realmente esaltanti. Ci vengono da citare, quali momenti salienti del lavoro, la doppietta centrale “A Wonderful Crisis” / “Humanity”, “We Sinful Converge” e il riassuntone epico finale affidato a “Your Dark”, probabilmente il brano più completo, emozionante e coinvolgente scritto dagli In The Woods… dalla reunion in avanti.
E quindi siamo qua, con fra le mani il sesto full-length complessivo dei norvegesi, un buon album che intrattiene con abili capacità e contenuti interessanti, che però facciamo fatica a posizionare nella nostra collezione subito dopo i capolavori degli anni Novanta degli In The Woods…, seppur solo seguendo ordine alfabetico prima e cronologico poi. Godiamocelo così, dunque, pezzo per pezzo, immaginandolo come un divertente spin-off della serie principale: emozioni pochine, tanta qualità, poche pretese; apparentemente inutile ma anche amabile.