IN THE WOODS… – Otra

Pubblicato il 08/04/2025 da
voto
8.0
  • Band: IN THE WOODS...
  • Durata: 00:46:46
  • Disponibile dal: 11/04/2025
  • Etichetta:
  • Prophecy Productions

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Con un ormai imprevedibile colpo di coda, colpo di classe, colpo di qualcos’altro – chiamatelo come volete! – gli In The Woods… sfornano a sorpresa il loro disco migliore dalla reunion del 2014 ad oggi, davvero un avvenimento pressoché insperato dopo il costante calo qualitativo di ispirazione e di serio interesse alla loro carriera che aveva contraddistinto fin qui i più recenti anni post-riunione. Non che la band norvegese abbia mai scritto delle totali brutture, ma è innegabile che i fasti avantgardiani degli anni Novanta fossero già spariti all’epoca di “Pure” (2016), quando ancora almeno i gemelli Botteri erano della partita; con i successivi “Cease The Day” (2018) e “Diversum” (2022) il gruppo si era smorzato di nuovo tra l’indole preponderante di James Fogarty a rubare la scena ed una nuova, terza rivoluzione di line-up che aveva reso il penultimo lavoro un mero esercizio di stile, seppur impossibile da bocciare.
Oggi, nonostante si sia partiti con un’affermazione forte ad inizio recensione, non ci si deve comunque aspettare un disco ‘back to the roots’ verso i loro soliti capolavori ‘novantiani’ da citare, ovvero “Heart Of The Ages” (1995) e “Omnio” (1997), oscuri prototipi dell’avant-black degli esordi; bensì ci si troverà ad ammirare, con la dovuta dose di umiltà e di basse aspettative, un disco composto, scritto e pensato con una decisa e illuminata ispirazione, che ha portato gli In The Woods… a mettere in piedi un compatto settetto di canzoni semplicemente belle in quanto tali.
Pochissimi elementi fuori posto, in questi tre quarti d’ora di metallo progressivo e più o meno estremo: un minutaggio non esagerato, un ordine delle tracce ben studiato e perfetto e, in definitiva, un gruppo in forma più che buona il quale, compattatosi attorno ad Anders Kobro (batteria), Kåre André Sletteberg (prima chitarra e tastiere) e Bernt Sørensen (seconda chitarra), ha estratto dal cilindro sette composizioni curate, accattivanti e mai banali, prese per mano ed elevate dall’ottimo Bernt Fjellestad alla voce e dal puntuale apporto di Nils Olav Drivdal al basso.
Lo stile che propongono gli In The Woods… in questo “Otra” – a proposito, il titolo è il nome del fiume che scorre in Norvegia per duecentoquarantacinque chilometri verso Kristiansand, prima di sfociare nello Skagerrak, lo stretto che separa la Norvegia dalla Danimarca, proprio dai porti della cittadina d’origine della band – non cambia quasi nulla di quello proposto da “Pure” in avanti: dunque, siamo nell’ambito di un progressive metal di stampo estremo ma con molteplici influenze spazianti dal doom al gothic, dal black al melodic death metal, per lambire solo in parte quella forte sperimentazione che proprio i Nostri avevano maneggiato con coraggio e destrezza agli albori della loro carriera.
Nonostante questo ‘nulla cambiare’ da “Diversum” ad “Otra”, a partire dal batterismo vivace e portante di Kobro fino a giungere alla varietà vocale impressionante di Fjellestad, si percepisce proprio fin dai primi ascolti una tensione diversa lungo le tracce, un senso positivo d’insieme, l’eccezionale gusto per gli arrangiamenti ed, in ultimo ma non per ultima, un’efficacia nella composizione mai così viva e presente. Lo ripetiamo, “Otra” è un disco che, a differenza degli ultimi tre, riesce ad attecchire più in fretta e più a lungo nella mente del fruitore, rendendo il suo ascolto un’esperienza appagante.
Le tracce, come sono quindi? Corpose, anche lunghine, ma capaci di non stancare mai e fluire con una dinamicità ed un’organicità naturale, oscillando tra le loro varie parti senza apparenti sforzi, azzardati taglia e cuci od odiosi copia/incolla: zero filler, tutti componimenti piacevoli, con un paio di veri capolavori rispondenti ai nomi di “The Kiss And The Lie”, di sicuro la canzone migliore uscita a nome In The Woods… dal 1997 ad oggi (vi basti ascoltare i primi novanta secondi per restare a bocca aperta), e “A Misrepresentation Of I”, dall’incedere catchy e con un groove trascinante, molto death metal melodico ed epico di qualità; poi ci sono “The Crimson Crown” e “Come Ye Sinners”, le tracce un po’ più sostenute del lotto, accompagnate da tastiere sempre azzeccate, dal basso pulsante e da una serie di accorgimenti che fanno scoprire pian piano, durante il proseguo degli ascolti, tutte le magie nascoste di questi abili musicisti.
Fjellestad giostra tra growl, vari timbri puliti e qualche puntata in scream con scioltezza disarmante, facendo pendere qualche riferimento verso Amorphis e Shores Of Null, mentre l’alchimia tra la ritmica di Sørensen, gli assoli di Sletteberg e gli arpeggi di entrambi è fenomenale, lasciando nelle retrovie il fondamentale motore guidante composto dalla coppia Drivdal/Kobro.
Insomma, una formazione che, pur se già consolidata, pare sia riuscita a trovare nuova linfa e nuove risorse dal proprio trovarsi bene assieme, quasi avesse rodato a puntino l’intesa e affilato per bene le proprie armi, fino ad ottenere un lavoro rifinito, smussato e ‘brillantato’ con assoluta maestria. Ammettiamo che ci siamo stupiti fin da subito – ma lo avrete capito dal tono della recensione – per la freschezza e la validità di queste composizioni, e chissenefrega se la nostalgia verso “Omnio” sia ancora qui dietro l’angolo.
Questi In The Woods… riconciliano con buona parte del loro passato, pur avendone poco a che fare. Speriamo continuino con tale (alta) qualità. Applausi!

 

TRACKLIST

  1. The Things You Shouldn't Know
  2. A Misrepresentation Of I
  3. The Crimson Crown
  4. The Kiss And The Lie
  5. Let Me Sing
  6. Come Ye Sinners
  7. The Wandering Deity
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