6.0
- Band: IN THIS MOMENT
- Durata: 00:48:56
- Disponibile dal: 21/07/2017
- Etichetta:
- Atlantic Records
- Distributore: Warner Bros
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Sono ormai passati dieci anni dall’esordio degli allora semi-sconosciuti In This Moment con l’ancora acerbo “Beautiful Tragedy”, dieci anni in cui la fama della formazione losangelina è cresciuta fino a raggiungere le dimensioni extra-large del reggiseno di Maria Brink, unico punto fermo insieme al sodale Chris Howorth ed in grado di far crescere a dismisura l’hype intorno alla band, grazie ad una carica erotica spinta ai limiti del soft-porn. Raggiunto l’apice ‘over the top’ con l’ultimo album su Century Media (“Blood”, del 2012) già il penultimo “Black Widow” lasciava presagire una leggera virata verso un modello più ‘raffinato’ (da pornostar a femme fatale), senza però perdere di vista quello che era ormai diventato il trademark della band. Proseguendo sulla via di Damasco, “Ritual” segna un ulteriore passo verso una direzione più ’spirituale’ (a partire dalla copertina), ma la folgorazione non necessariamente fa rima con ispirazione, come lasciato presagire dalle prime tre tracce. Superata l’apocalittica intro “Salvation”, il primo singolo “Oh Lord” suona come un incrocio tra “Baby One More Time” di Britney Spears e una versione un po’ scazzata dei Pretty Reckless. La successiva “White Wedding” (nonostante la partecipazione del Metal God Rob Halford) non è altro che una marcetta ispirata non solo nel titolo alla quasi omonima versione di Billy Idol, mentre la cover di “In The Air” di Phil Collins mette a nudo (purtroppo solo metaforicamente) l’anima più intima di Maria, dando l’idea di voler bissare il successo di “The Sound Of Silence” dei Disturbed senza però avere la stessa intensità. Nonostante la partenza ad handicap con quelli che, sulla carta, avrebbero dovuto essere i pezzi forti in scaletta, il resto della tracklist riesce comunque a risollevare le sorti dell’album, grazie ad una serie di pezzi più diretti (“Joan of Arc”, “Half God Half Devil”, “Roots”) e qualche piacevole diversivo (“Witching Hour”, con un loop elettronico che sembra uscito dal main theme di 007), purtroppo alternati ad episodi fin troppo mosci (“Twin Fire”, “Lay Your Guns Down”). Mettendo tutto sulla bilancia, possiamo dire che, per la prima volta in carriera, gli In This Moment prendono il passo del gambero, anche se siamo certi gli amici di Maria non mancheranno di apprezzare questo parziale cambio di direzione; per tutti gli altri, restano 5-6 pezzi sopra la media e la solita produzione di Kevin Churko.