8.0
- Band: INCANTATION
- Durata: 00:40:15
- Disponibile dal: 16/10/2006
- Etichetta:
- Listenable Records
- Distributore: Audioglobe
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Il 2006 è un anno decisamente eccellente per quanto riguarda il death metal: i vecchi paladini del genere sono tornati e, più o meno tutti, hanno sfornato degli album sopra la media, a partire da “Kill” dei Cannibal Corpse sino ad arrivare alle recenti uscite di Suffocation e Deicide. Ora, con questo “Primordial Domination”, anche gli Incantation si aggiungono alla già ricca lista di nomi eccellenti. Il ritorno è di quelli col botto, un death metal blasfemo, oscuro, veloce e con un lavoro di chitarre impressionante, mutuato come loro solito direttamente dai maestri Black Sabbath. E’ impossibile infatti non scorgere splendide oasi doomeggianti in mezzo alla violenza generata da “The Fallen Priest” o “Conquered God”; questa alternanza, da sempre marchio di fabbrica dei nostri, viene riproposta in questo ultimo lavoro con una maestria ed una convinzione che sembravano essersi smarrite negli ultimi album. Il growling di John McEntree è sempre marcio e catarroso e funge da ottimo interprete per le litanie malate della band; la sezione ritmica composta da Joe Lombard al basso e Kyle Severn alla batteria procede per la propria strada come uno schiacciasassi, mentre le chitarre, vere protagoniste della scena, regalano riff a caterva, spesso e volentieri utilizzando le tipiche dissonanza del death, ma andando a pescare a piene mani anche dal doom meno oltranzista, proiettando su tutto la nera ombra di Tony Iommi. A tale proposito è emblematico il break centrale di “Hailed Babylon”, una vera e propria partitura lenta, oscura e putrescente incastonata in una delle tracce più violente del lavoro. La produzione riesce a mettere in risalto molto bene questa predominanza delle sei corde, ma gli altri strumenti e la voce non vengono trattati da comprimari, donando in questo modo a “Primordial Domination” un sound pieno e perfetto che i precedenti album non sempre avevano. Lungi da noi di parlare di capolavoro, ma, in mezzo ad un mare di uscite che puntano quasi tutto sulla velocità e sulla tecnica, gli Incantation riescono come sempre a distinguersi grazie ad un songwriting ispiratissimo e a quel tocco personale che li accompagna fin dall’immarcescibile esordio “Onward To Golgotha”. Da avere assolutamente.