INCANTATION – Sect of Vile Divinities

Pubblicato il 17/08/2020 da
voto
7.5
  • Band: INCANTATION
  • Durata: 00:45:42
  • Disponibile dal: 21/08/2020
  • Etichetta:
  • Relapse Records
  • Distributore: Audioglobe

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Forse, dopo tanti anni, gli Incantation si sentono finalmente capiti, se non addirittura coccolati, da un circuito, quello death metal, che a lungo li ha considerati una formazione un po’ ostica o comunque non importante tanto quanto altri veterani. La perseveranza ha indubbiamente pagato e quell’entusiasmo percepibile negli ultimi dischi di John McEntee e soci è probabilmente diretta conseguenza dello status di leggende che il gruppo si sente una volta per tutte riconosciuto. La lavorazione e l’uscita del nuovo “Sect of Vile Divinities” non sono state annunciate da grandi squilli di tromba, eppure si ha la netta sensazione che il disco in oggetto potrebbe diventare uno dei cosiddetti best seller del quartetto, visto il forte interesse che oggigiorno il panorama nutre per le loro tipiche sonorità. Dopo decenni di carriera, c’è chi fa il salto nel vuoto tentando di approcciarsi a nuove sfide, mentre c’è chi rimane saldamente legato alla propria formula di sempre: gli statunitensi rientrano tutto sommato nella seconda categoria, ma il loro songwriting si mantiene su livelli più che notevoli. Anzi, più passa il tempo e più gli Incantation diventano un esempio di come si possa invecchiare con stile, realizzando opere che non hanno molto da invidiare a quelle più celebrate della discografia. Per fortuna la cosiddetta vecchia guardia può contare sul gruppo di John McEntee, i Cannibal Corpse o gli Immolation, tutti in grado di smascherare il teorema per cui da certi vegliardi non ci si dovrebbe più aspettare granché. “Sect…”, nello specifico, vive nello stesso continuum degli ultimi album della band, confermandosi pieno di riff convincenti al servizio di una formula death & doom attraversata da arie sinistre e magnetiche sospensioni, come se ci si addentrasse in un antro e si venisse colti di soprassalto ad ogni sibilo o rumore. Rispetto al passato, si capta inoltre una maggiore attenzione verso la rotondità di suoni e strutture: lungi da noi definire la proposta del gruppo ‘orecchiabile’, tuttavia certi nuovi episodi sembrano sorretti da un vago approccio thrash che li rende presto memorizzabili, mentre le parentesi tendenti al doom godono di una solennità più classica che mai, accendendosi talvolta di una melodia che richiama atmosfere mediorientali. A ben vedere, negli ultimi tempi la band non ha certo disdegnato aperture ad un sound più dinamico – vedi hit istantanee come “Carrion Prophecy” o “Lus Sepulcri” – e quell’inclinazione viene qui ripresa e allargata ad un numero di composizioni maggiore, creando l’innesco per numerosi saliscendi emotivi. Queste formule spingono i potenti mezzi del death-doom della formazione oltre alcuni dei loro soliti confini, raggiungendo a volte un’idea di ritmo più naturale, la quale potrebbe magari attrarre anche qualche ascoltatore non necessariamente ‘di settore’. Si percepisce una spiccata euforia in questo “Sect of Vile Divinities”, una prova che riesce a coniugare il tipico oltranzismo della band con qualche spunto più agile, il tutto all’interno di un songwriting che non molla mai la presa e che di rado sa di prevedibile, prestandosi ‘felicemente’ ad un ascolto evocante quell’oscurità e quella innata conflittualità tipiche del mondo Incantation. Davanti a dischi come questo, non si può davvero fare altro che augurare lunga vita a John McEntee e ai suoi compagni.

TRACKLIST

  1. Ritual Impurity (Seven of the Sky Is One)
  2. Propitiation
  3. Entrails of the Hag Queen
  4. Guardians from the Primeval
  5. Black Fathom’s Fire
  6. Ignis Fatuus
  7. Chant of Formless Dread
  8. Shadow-Blade Masters of Tempest and Maelstrom
  9. Scribes of the Stygian
  10. Unborn Ambrosia
  11. Fury’s Manifesto
  12. Siege Hive
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