7.0
- Band: INCHIUVATU
- Durata: 01:00:00
- Disponibile dal: 14/04/2017
- Etichetta:
- Inch Productions
Spotify:
Apple Music:
Anche se colpevolmente in ritardo, non potevamo non dare spazio alla band più eclettica del panorama extreme metal italiano. Stiamo ovviamente parlando dei siciliani Inchiutavu. Curioso che il nuovo “Via Lucis” venga presentato come un EP quando la durata è di un’ora precisa, ad ogni modo questo lavoro è la quinta ed ultima parte di una ‘pentalogia’ che comprende anche il recente “Via Matris” e poi gli EP “INRI”, “Ecce Homo” e “33”. Musicalmente parlando, come spesso accade per questa band, l’EP contiene di tutto e ancor di più che in passato. Si passa da spezzoni di ‘black metal a cappella’ come li definisce lo stesso leader del gruppo, Agghiastru, al folklore siciliano, al rock e ad un non meglio identificato metal estremo. D’altro canto la band dice di esser stata ispirata dalle più svariate fonti: Pasolini, Picasso, Raffaello. Facile rendersi conto, pertanto, della varietà più assoluta che l’ascoltatore si imbatterà nei brani di “Via Lucis”. Ciò che colpisce sin dall’inizio è la presenza dell’impronta artistica tipica degli Inchiuvatu, che ad alcuni piace e ad altri non è mai andata giù. Poco importa, la band in tutti questi anni ha portato avanti con convinzione una proposta artistica fuori dagli schemi e contromano all’interno di un mondo musicale pieno di regole e paletti. “Balàta Scunsacrata” è una ballata black metal sui generis caratterizzata da un’atmosfera cupa e ossessiva. Molto interessante e dal mood estremo è “Rùna” grazie al suo mood apocalittico. “‘Utu” invece abbina un tocco gothic ad atmosfere folk in un connubio bizzarro, ma vincente. Con “Petru” riascoltiamo gli Inchiuvatu estremi nella loro forma migliore: brani come questo così carichi di energia e di personalità alzano decisamente il livello della release. Non tutti le canzoni sono comunque riuscitissime, alcune infatti sono confusionarie e difficili da cogliere appieno (come “Iti” ad esempio). In “Scèusa” la musica moderna (e metal) si fonde alla lingua tradizionale dell’isola degli Inchiuvatu ma non solo, perchè qui entra in gioco anche il folklore locale a rendere ricco un brano musicale in realtà assai minimale. La release termina con un esempio più unico che raro di quello che potrebbe essere definito ‘western-metal’, a suggello di un lavoro variegato e fuori da qualsiasi schema che non sia quello costruito in tutti questi anni dagli Inchiuvatu. Per qualcuno questa release sarà al limite della tolleranza sonora, i puristi dell’extreme metal possono già tacciare di eresia gli Inchiuvatu ancor prima di ascoltare “Via Lucis” (sempre che non abbiano già scomunicato la band in passato), ma chi va in cerca di qualcosa di particolarmente bizzarro ed anticonformista allora l’invito è quello di avvicinarsi a una band come quella guidata da Agghiastru. Gli Inchiuvatu sono sempre andati dritti per la propria strada fregandosene di tutto e tutti e già questo è sinonimo di personalità. Ascoltate “Via Lucis” e capirete che questa band di personalità ne ha da vendere.