6.0
- Band: INCITE
- Durata: 00.48.57
- Disponibile dal: 23/11/2012
- Etichetta:
- Graviton Music Services
- Distributore: Audioglobe
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Lo sapete che Max Cavalera ha quarantatré anni? Nonostante la pessima forma fisica Max si è da sempre prodigato per far sentire il suo amore paterno ai quattro figli Zyon, Igor, Richie e Roxanne. Memore della dipartita anticipata di “papino Graziano”, che lo lasciò orfano a soli nove anni, Max è un padre amorevole, e non si separa mai dalla prole. Dal “Cavalera camp” ecco quindi nascere nuove creature musicali, che il pater familias sta nutrendo e spingendo da sempre (portandosi i ragazzi in tour e offrendo loro molteplici collaborazioni), ultimamente anche in un “Maximum Cavalera Tour” che vede Incite e Lady Kong aprire per i Soulfly. Parliamo oggi degli Incite, gruppo del figlio adottivo Richie, il maggiore dei quattro. Il secondo album del gruppo procede sulla via maestra indicata da Sepultura, Soulfly e Cavalera Conspiracy, ovvero nella direzione di un thrash metal moderno e asciutto. Ci ricordano i Chimaira questi Incite, nel loro incedere tosto, vigoroso, con lo stesso sapore e le stesse dinamiche del groove metal dei fine Novanta/primi anni Zero. Decisamente migliorati rispetto agli esordi, Richie e compagni hanno assettato le idee, e riescono a partorire un disco ascoltabile per intero, che mostra buoni spunti e riesce talvolta a far muovere la testa. La produzione di Logan Mader, che da sempre dimostra di sapere il fatto suo dietro la console, non può che migliorare la situazione. Il problema è che siamo nel 2012, l’ombra del patrigno è sempre in agguato, quindi tutte le premesse positive vengono spazzate via da aspettative, malelingue e un suono datato… tanto che si torna a riva inzuppati assieme a Rise To Remain e Lauren Harris. Non c’è ancora quella scintilla che può garantire il salto di qualità, ma la direzione è quella giusta: Richie, conquistaci!