INCUBUS – A Crow Left Of The Murder

Pubblicato il 03/02/2004 da
voto
7.0
  • Band: INCUBUS
  • Durata: 00:59:11
  • Disponibile dal: 03/02/2004
  • Etichetta:
  • Sony
  • Distributore: Sony

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Uscito a due anni di distanza dal precedente “Morning View”, “A Crow Left Of the Murder” è il quarto album (il primo lavoro “Enjoy Incubus – Fungus Amongus” era poco più di un EP) inciso dal talentuoso quintetto di Calabasas (località californiana che non fatichiamo ad immaginare affacciata sul mare). Ascoltando le tredici tracce che lo compongono la sensazione che si riceve non è propriamente quella di un vero e proprio ritorno alle origini, ma senz’altro di un piacevole rispolvero delle vecchie radici crossover fra rock e funky, condite di fluide e ammiccanti sonorità elettroniche. Infatti, se a partire dal secondo album lungo “Make Yourself” i toni ironici ma “arrabbiati” degli Incubus e le ritmiche  briose e varie che caratterizzavano “Enjoy/Fungus” e il perfetto  “S.C.I.E.N.C.E.” stavano iniziando ad ammorbidirsi, fino a sfociare nell’ottimo (ma decisamente POP) “Morning View”, con quest’ultima uscita, il funk e le melodie rapide e scattanti tornano prepotentemente alla ribalta. “A Crow Left Of the Murder” è infatti, innanzitutto, un album di “risveglio”: già a partire dalla prima traccia, “Megalomaniac” (che è anche il primo singolo estratto dall’LP) ci accorgiamo rapidamente di questa ventata di vitalità, che permeerà, seppur in maniere diverse, tutti i tredici brani del platter; “Megalomaniac” ha un inizio con suoni elettronici, che però si trasforma subito in un giro di corde che si stampiglia dritto nella memoria (e che facilmente ci si ritrova ad ascoltare, e riascoltare, da quanto suona semplice eppur perfetto…); dopo l’atmosferico abbrivio, la canzone è percorsa da continui cambi di ritmo, coinvolgenti e intriganti, in una perfetta imitazione del “vecchio stile” degli Incubus. Va detto che la punta estrema di questa sorta di rispolvero si riscontra proprio nella prima traccia del disco, ma anche la title track “A Crow Left of the Murder”, “Beware! Criminal”, “Zee Deveel”, nella quale i  cinque californiani scomodano e stravolgono persino un curioso ritmo di waltzer, e l’ironica e funkeggiante “Pistola”, inno al pacifismo nelle cui lyrics il cantante suggerisce maliziosamente quale sia l’unica “pistola” che gli piaccia usare, sono begli esempi che riprovano quanto gli Incubus si siano decisamente svecchiati da quelle influenze eccessivamente pop, che avevano reso il precedente “Morning View” sì, molto accattivante e “dolce”, ma anche decisamente un po’ troppo ruffiano. Le ballate melodiche, comunque, non mancano neanche in “A Crow…”, e fra l’altro non sono per niente scontate né fastidiosamente “facili”: “Talk Show on Mute” e “Made for TV Movie” sono percorse, a livello sia melodico che testuale, da una vena ironica che ne strempera l’eccesso di zuccherosità;  “Southern Girl”, d’altro canto, è una ballata tout-court, ma l’intensità della prestazione del carismatico singer Brandon Boyd la rende apprezzabile anche ai non amanti del genere. La sostituzione al basso dello storico (e bravissimo) Dirk Lance con l’ex componente dei The Roots Ben Kennedy porta ad una specie di leggero “distacco” fra la sezione ritmica del basso con l’amalgama sonora del resto della band, anche se in verità si tratta di un’anomalia a mala pena percettibile anche da un orecchio esperto (l’esperta mano della produzione di Brendan O’Brien, già mago del mixer per i Rage Against the Machine, e qui alla sua prima collaborazione con gli Incubus deve aver influito non poco a render meno traumatico un simile cambio di line up); pregio collaterale, invece, dell’arrivo di questo nuovo acquisto è invece un ritorno a sonorità decisamente funky in brani quasi sperimentali e coraggiosi come “Sick Sad Little World” e “Priceless”. Pasillas alle pelli e DJ Killmore sono due garanzie inossidabili, e il piccolo Mike Einziger si concede inediti virtuosismi alle sei corde (in alcuni riff della title track o di “Pistola” il paragone col chitarrista dei Pearl Jam non è troppo ardito, almeno a livello di intenzioni creative). Chiude l’album un’ipnotica, lenta e non banale track, “Here In My Room”, che crea un’atmosfera di malinconico addio con un ritmo dilatato decisamente anticommerciale e fuori dagli schemi, e fa ben sperare sulla continua evoluzione di una band originale, inventiva e molto meno omologata di quanto parecchi detrattori dalle vedute ristrette continuino a paventare.

TRACKLIST

  1. Megalomaniac
  2. A Crow Left Of The Murder
  3. Agoraphobia
  4. Talk Show On Mute
  5. Beware! Criminal
  6. Sick Sad Little World
  7. Pistola
  8. Southern Girl
  9. Priceless
  10. Zee Deveel
  11. Made For TV Movie
  12. Smile Lines
  13. Here In My Room
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