7.0
- Band: INDUCTION
- Durata: 00:57:36
- Disponibile dal: 25/11/2022
- Etichetta:
- Atomic Fire
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Gli Induction erano nati inizialmente come un progetto del chitarrista di origine ceca Martin Beck, giunto nel 2019 alla pubblicazione del primo, omonimo full-length, con una formazione in prevalenza olandese, ma della quale faceva parte anche il giovane Tim Hansen, figlio d’arte del celebre Kai (Gamma Ray, Helloween), tanto che quest’ultimo aveva presenziato come ospite in un brano. Nel periodo della pandemia di fatto cambia tutto: Tim prende in mano totalmente il moniker e mette in piedi una line-up completamente rinnovata, nella quale spiccano un altro chitarrista, Marcos Rodriguez (Soundchaser, Torre De Marfil, ma soprattutto ex Rage) e il talentuoso cantante britannico Craig Crowley.
Tim lavora così subito ad un nuovo album, che viene intitolato “Born From Fire”, che ottiene un contratto per la Atomic Fire e dove tutto viene curato per far sì che la band possa subito partire bene. Non a caso, la cornice è già di un certo livello, se pensiamo ad aspetti come l’artwork, realizzato da Peter Sallai (Sabaton, Jinjer, Powerwolf) e il mixaggio e il mastering, curati dall’esperto Jacob Hansen. Ciò che conta però prima di tutto è ovviamente la musica: la band suona un classico power metal melodico, in perfetto stile tedesco (Gamma Ray, Edguy), ma che strizza l’occhio pure a certe band con un approccio un po’ più fresco e moderno come i Beast In Black, ad esempio. Nelle loro canzoni sono ben presenti anche orchestrazioni, che arricchiscono il sound ma non sono mai preponderanti o particolarmente invasive; si possono ravvisare, inoltre, alcune venature prog, ad esempio in “Scorched” (una traccia di oltre sette minuti di durata) o in “The Beauty Of Monstrance”. In generale, tuttavia, la band predilige canzoni molto dirette, con riff di grande impatto e refrain catchy e melodici: in tal senso, colgono pienamente nel segno brani come la title-track, “Queen Of Light”, “Fallen Angel”, “Go To Hell”, “Embers”, “Order & Chaos” o “Ghost Of Silence”. Non manca poi la classica ballata, che nella fattispecie è la pianistica “Eternal Silence” e in chiusura del disco viene incluso anche “Sacrifice”, un singolo già uscito lo scorso febbraio e ora riproposto in versione rimasterizzata.
Diciamo che gli Induction, pur essendo una band giovane, non sembrano avere tanto la pretesa di proporre qualcosa di particolarmente innovativo, quanto di portare un po’ di freschezza ad un genere come il power metal, e lo fanno presentandosi con un disco ben curato e con un buon songwriting; inoltre, cosa ancora più importante, la nostra impressione è che possiedano anche il talento e la passione per poterci riuscire.