INFALL – Far

Pubblicato il 15/11/2022 da
voto
7.5
  • Band: INFALL
  • Durata: 00:41:06
  • Disponibile dal: 14/11/2022
  • Etichetta:
  • Controcanti Produzioni
  • Fresh Outbreak Records
  • Mothership Records

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Per il loro ritorno sulle scene, a cinque anni di distanza dall’esordio “Silent”, si può dire che gli Infall non abbiano badato a spese, facendo il possibile per non passare inosservati o sotto i radar. D’altronde, il coinvolgimento in cabina di regia di due figure leggendarie come Kurt Ballou (High on Fire, Nails, Trap Them) e Alan Douches (All Out War, Cannibal Corpse, Mastodon) genera aspettative importanti, che un contenuto musicale non all’altezza infrangerebbe per l’amarezza e il disappunto di chi – in questo caso – è solito basare la propria dieta su ampie porzioni di hardcore-metal ‘evoluto’ di due decenni fa. Per fortuna, ad una confezione di altissimo profilo risponde una proposta fatta di sostanza e indubbia conoscenza della materia trattata, con il quartetto piemontese perfettamente a suo agio nel muoversi in un ambiente claustrofobico, nervoso, ma anche pronto a sfociare in parentesi dalla grana più fine, le quali comunque non smorzano il senso di malessere e sconforto della tracklist.
Un flusso non lineare che si frattura e ricompatta a seconda di un’emotività inquieta e di una rabbia che sembra alla continua ricerca di una valvola di sfogo, in cui il caos diventa il mezzo principale per il raggiungimento della catarsi. Come detto, le coordinate stilistiche dei Nostri appaiono fin da subito ben definite, e nell’insieme non si può certo dire che l’album ricerchi la personalità o ne faccia uno dei suoi elementi distintivi; musica che si nutre del vecchio catalogo di etichette come Equal Vision, Hydra Head, Relapse e Solid State, in un centrifugato di sonorità grind, hardcore, math e ‘post’ in grado, di primo acchito, di ghermire alla gola con la sua ferocia e le sue nevrosi, ma che con il passare degli ascolti – complici le suddette punteggiature atmosferiche e melodiche – non manca di sottolineare la lucidità con cui la base strumentale si contrae, si distende e si spezza in una serie di cambi di tempo e di registro sempre dosati e funzionali alla narrazione. Non siamo di fronte a musicisti che fanno il verso a Botch e The Dillinger Escape Plan (quelli di “Calculating Infinity”) senza un’idea esatta di dove andare a parare, ma a gente che ha effettivamente assimilato la lezione di questi maestri – insieme a quella di Converge, Breach e Norma Jean – e che oggi la ripropone in modo autorevole e non lasciato al caso, curando minuziosamente ogni dettaglio e transizione per ottenere un omaggio davvero sentito a quella particolare scena.
Un’opera matura e di caratura internazionale, quindi, che – come avvenuto anni fa con gli esordi dei The Secret – riconferma la capacità dell’Italia di sapersi muovere agevolmente su questo acuminato terreno musicale. Se apprezzate anche solo uno dei nomi citati, “Far” è un album da ascoltare e riascoltare.

TRACKLIST

  1. Check Pulse
  2. Heritage
  3. Not Even A Scratch
  4. Triumphant March
  5. Spring Peace
  6. Love, Karina
  7. Good Morning, Lethargy
  8. Mistress Of Disorder
  9. Stamina
  10. Out Of The Blue
  11. Man Down
  12. Forever Mine
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