7.5
- Band: INFECTED RAIN
- Durata: 00:41:20
- Disponibile dal: 18/10/2019
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Il fascino dell’Est, parte seconda. Dopo aver fatto bingo con i Jinjer, passati dal tour di spalla agli Arch Enemy ai sold-out come headliner, la Napalm Records ci riprova stavolta con gli Infection Rain, formazione moldava già rodata (“Endorphin” è il quarto disco in undici anni di attività) ma pronta a farsi conoscere dal grande pubblico grazie al tour di spalla ai Lacuna Coil. Al netto della provenienza geografica, i punti di contatto con i label-mate ucraini sono diversi – dalla presenza di una fanciulla dietro al microfono al genere suonato – ma rispetto a Tatiana e soci il nu-metalcore degli Infected Rain si contraddistingue per una vena più sinfonica: arrangiamenti e clean vocals creano infatti un bel contrasto con le ritmiche più groovy, dando vita a brani di sicuro impatto come il singolone “Black Gold” o “Symphony Of Trust”, ideale punto d’incontro tra i primi Otep e gli ultimi Lacuna Coil. Detto che le coordinate di riferimento restano le stesse, l’abilità dei Lena e soci è quella di accentuare ora la parte nu (“Passerby” e “Lure” ci riportano agli albori del genere, quando Korn e Coal Chamber spaccavano le classifiche) ora quella electro (“Walking Dead”, una versione più sobria degli In This Moment), riuscendo a mantenere alto il voltaggio fino al synth-pop della conclusiva “Storm” , dove emerge la componente più sinfonica ed eterea. Aggiungiamoci dei testi facili da memorizzare senza però essere banali (un esempio su tutti l’opener “The Earth Mantra”, perfetto per la Greta-generation nel descrivere il difficile rapporto uomo-Natura), ed ecco spiegata la sensazione di euforia derivante dall’ascolto prolungato di “Endorphin”, un ottimo biglietto da visita nel genere ‘metal for the masses’. In attesa di saggiarne le capacità dal vivo, dato che anche l’occhio vuole la sua parte, consigliamo l’ascolto agli amanti della band sopra citate (cui aggiungiamo per dovere di cronaca i compianti Eths), andando magari a riscoprire anche il precedente “86”.