7.0
- Band: INFECTION CODE
- Durata: 00:22:54
- Disponibile dal: 09/11/2015
- Etichetta:
- Argonauta Records
- Distributore: Goodfellas
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Gli Infection Code festeggiano i loro primi quindici anni di carriera – la band si è formata nel 1999, ma ha esordito discograficamente nel 2000 con l’EP “H.I.V. 999” – praticamente ripartendo da zero e sfornando il secondo EP della propria storia, dal più che esplicativo titolo “00-15: L’Avanguardia Industriale”. La formazione piemontese, partita ad inizio millennio da basi industrial e hardcore atte a sfoderare un metallo caustico, pressante ed abrasivo, si è via via evoluta nel corso degli anni fino a giungere all’attuale incarnazione, nella quale il rumorismo del noise e le partiture alienanti e distopiche la fanno da padrone, rileggendo con esperienza e spirito coraggioso l’eredità lasciata dai padri assoluti Godflesh. Quattro tracce occupano lo spazio di questo lavoro, con in aggiunta un videoclip di tre quarti d’ora (che non abbiamo avuto modo di visionare, però): quattro tracce praticamente inedite, tenuto conto che i brani “Martire”, “Origine” e “Grigio” sono più che semplici reinterpretazioni degli originali canovacci già proposti in passato dai Nostri; “Cupavanguardia”, invece, completa il lotto da vero e proprio inedito tout-court. Se con il penultimo lavoro sulla lunga distanza, “Fine”, gli Infection Code avevano completamente ridefinito il loro sound, con l’ultimo “La Dittatura Del Rumore” si erano dati un’ulteriore botta evolutiva, dai contorni quasi drammatici, tant’era l’enfasi di condanna sociale e l’approccio futuristico donati al disco. “00-15: L’Avanguardia Industriale” segue la scia dell’ultima pubblicazione, riprendendo i tribalismi di batteria, le distorsioni ferrigne delle chitarre, la dissonanza di tastiere ed elettronica fuse in dosi massicce e la delirante performance di un megafono umano ormai sempre più volto alla sperimentazione interpretativa e alla follia vocale. L’EP si fruisce in un batter d’occhio, considerata la sua brevità, ma si fa comunque in tempo a percepire passato, presente e futuro di un’entità che, a briglie sciolte e senza più ritegno, da qualche anno sta cercando di far passare il proprio messaggio senza guardare in faccia nessuno. La partecipazione di Rennie Resmini degli Starkweather in “Origine” e la maggiore accessibilità (oddio, parola grossissima!) del pezzo lo rendono un pelo più immediato degli altri tre episodi in tracklist, più corposi, criptici e di lenta assimilazione; “Cupavanguardia”, in particolare, essendo l’inedito di turno potrebbe darci qualche indizio sicuro su dove stanno andando a parere i ragazzi guardando al futuro: una traccia più pacata, a tratti sognante, ipnotica e psichedelica, in cui Gabriele Oltracqua pare assecondare le acque chete della musica lanciandosi in cantilene decadenti; mentre l’ottima “Grigio” si svolge sinuosa e imprevedibile come un serpente a sonagli costantemente in agguato. E dunque buona prova di (r)esistenza per i nostri portacolori, capaci di festeggiare un importante compleanno in modo convincente e fruttuoso e rimessisi con costanza e passione mai sopita sulla strada dello straniamento uditivo più intelligente.