8.0
- Band: INFERNAL POETRY
- Durata: 00:36:24
- Disponibile dal: 14/01/2013
- Etichetta:
- Bakerteam Records
- Distributore: Audioglobe
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Infernal Poetry, capitolo quarto. Dove la schizofrenia e l’esaurimento nervoso portano proditoriamente alla parafilia, ovvero l’insieme delle devianze sessuali disturbanti, inusuali e lontane dalla pratica considerata comune. Quale miglior termine di paragone, scivolando languidamente nell’ambito a noi più caro – quello musical-metallico – per rapportare la band marchigiana alla restante massa di band-cloni e sempliciotte che imperversano in svariati generi e sottogeneri dell’universo metallico? Sì, perché gli Infernal Poetry sono una parafilia dell’heavy metal, una devianza palese dall’ordinario, una perversione sonora perpetrata negli anni. “Nervous System Failure”, vecchio ormai di tre rivoluzioni terrestri, ci aveva regalato notevoli perle di follia autoctona e primigenia, in un girotondo impazzito di schegge-canzoni imprevedibili e spiazzanti: ricordate? Oggi il quintetto anconetano, forte di alcune recenti esperienze fuori dalla band-madre – Daniele Galassi e Alessandro Vagnoni fanno infatti parte anche dei Dark Lunacy – aggiorna il proprio status di icona solitaria del metal italiano con un disco, il già ampiamente presentato su queste pagine “Paraphiliac” (track-by-track, streaming), che ne fa maturare vieppiù le caratteristiche salienti e ne inquadra meglio i contenuti del DNA. DNA Infernale che resta complesso, mutato, contorto e assurdo, ma che riesce a recuperare un minimo di raziocinio dal mai dimenticato “Beholding The Unpure”, restaurando partiture che devono parecchio al techno-death e al death melodico cervellotico dei primi Dark Tranquillity, unendole alle già note sonorità dissonanti e psicotiche delle ultime incarnazioni. Una maturazione e un cerchio che (quasi) si chiude, dunque, dovuti ad una limatura e ad un perfezionamento di un sound che è sempre stato personale, indefinibile (se non con l’unico termine adatto, ovvero schizo metal) e originale, arduo da recepire all’istante ma anche tremendamente catchy e coinvolgente una volta perdurati gli ascolti. Vi rimandiamo al completo track-by-track per il dettaglio della tracklist; intanto non resta altro che complimentarsi con Daniele, Christian, Paolo e i due Alessandro per averci regalato un inizio 2013 scoppiettante e avvincente. Il tutto senza botti, ma con solo nove tracce (+ intro) sfiancanti e massicce. La sublimazione di una band? Noi lo speriamo/crediamo.