7.5
- Band: INGESTED
- Durata: 00:17:21
- Disponibile dal: 14/06/2019
- Etichetta:
- Unique Leader
- Distributore: Audioglobe
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Gli Ingested sono cresciuti. Quella che sino a poco tempo fa veniva considerata la risposta britannica alle sonorità ultra-groovy di Devourment e Skinless è oggi un tritacarne implacabile in cui confluiscono varie declinazioni e scuole di pensiero della cosiddetta scena ‘modern’ death metal, la cui volontà di imporsi sulla concorrenza e di ampliare lo spettro del songwriting è sotto gli occhi di tutti. Dopo un disco (“The Level Above Human” dello scorso anno) che ha permesso loro di gettare la maschera e suonare in lungo e in largo sia in Europa che negli Stati Uniti, i cinque ragazzi di Manchester tornano all’assalto con un EP di quattro brani che, sul filo di un’epicità sottile e decadente, si configura da subito come la loro opera più agile e ambiziosa. Poco più di quindici minuti in cui dei vecchi termini di paragone sopravvivono l’attitudine hardcore e l’inaudita pesantezza ritmica, e dove a prevalere è un approccio strumentale simile a quello che si otterrebbe dopo diverse operazioni di somma e sottrazione in compagnia di Benighted, Despised Icon, The Black Dahlia Murder e ultimi Aborted. A ben vedere, nulla che possa fregiarsi del titolo di ‘originale’, ma l’ingegno espresso nell’assemblaggio dei vari componenti e la fluidità di ogni passaggio (a partire da quelli della malefica opener “Mouth of the Abyss”) permettono di godersi l’esperienza senza troppi giochi di associazione, tra uptempo vorticosi, puntuali stop’n’go e midtempo schiacciasassi. Quando poi i Nostri, incalzati dall’ottima performance al microfono di Jay Evans, decidono di lanciare il cuore oltre l’ostacolo e ricorrere con determinazione alla melodia (“Eternal Kingdoms – Part I”), diventa pressoché automatico parlare di “Call of the Void” come di uno degli ascolti death metal più divertenti degli ultimi mesi. Realtà in netta ascesa.