INGESTED – Where Only Gods May Tread

Pubblicato il 18/08/2020 da
voto
7.5
  • Band: INGESTED
  • Durata: 00:49:24
  • Disponibile dal: 14/08/2020
  • Etichetta:
  • Unique Leader
  • Distributore: Audioglobe

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Fa sempre piacere quando un gruppo, apparentemente destinato al ruolo di ‘buona realtà di genere’ per tutta la vita, scava dentro di sé in cerca dei mezzi e delle forze per ambire a qualcosa di più, trovandoli contro ogni aspettativa e pregiudizio. Per anni – diciamo fino alla pubblicazione di “The Architect of Extinction” – gli Ingested sono stati visti come la risposta britannica all’ignoranza statunitense di Devourment, Dying Fetus e Skinless, ottenendo sì riscontri e visibilità anche dopo il declino del trend slam/death-core, ma senza mai valicarne effettivamente i paletti. Una situazione che a quel punto rischiava di ingabbiarli nella cerchia dell’oltranzismo autocelebrativo, a cui i diretti interessati hanno saputo porre rimedio prima con l’ottimo “The Level Above Human”, disco che nel 2018 introdusse i concetti di ingegno e varietà nel loro songwriting, e poi con l’EP “Call of the Void”, quattro brani dalla visione artistica messa ulteriormente a fuoco e frutto di influenze mai così open-minded. Death metal contemporaneo che, senza ovviamente dimenticare le sue radici ultragroovy, si è fatto sempre più elastico e stimolante, lontano dagli eccessi e dalle banalità compositive di certe derive -core, che nei cinquanta minuti di “Where Only Gods May Tread” compie l’ultimo passo in termini di efficacia e profondità.
Introdotta da un evocativo dipinto di Dan Segrave, l’opera vede i quattro ragazzi di Manchester (qui raggiunti da Dom Grimard degli Ion Dissonance al basso) convogliare il loro incedere percussivo in composizioni agili, fresche e memorizzabili, costruite intorno a strutture molto nitide e a velleità atmosferiche che ne esaltano puntualmente l’interpretazione e la scrittura; un cocktail dagli ingredienti chiari e facilmente distinguibili da un appassionato di certe sonorità (Aborted, Despised Icon, Hour of Penance, Whitechapel del periodo “The Somatic Defilement”/“This Is Exile”, ecc.) piacevolissimo però al palato e ricco di piccole variazioni sul tema, le quali sopraggiungono quando meno ce lo si aspetta. Parliamo del break simil-liturgico di “Impending Dominance”, dell’omaggio alla soundtrack di “28 giorni dopo” di “Another Breath” (episodio peraltro impreziosito dal cameo di Kirk Windstein) o della conclusiva “Leap of the Faithless”, vera e propria suite di dieci minuti che, dopo un incipit distruttivo in odore di Origin, intraprende con risultati sorprendenti la via dell’epicità, sfociando in un climax emotivo da pugni al cielo.
Nel mezzo, qualche traccia standard o lievemente appannata (“Black Pill”, “Forsaken in Desolation”), che però non si può certo dire smorzi i traguardi raggiunti dai Nostri in questi solchi. In definitiva, se il metallo della morte moderno è il vostro pane, se finora ne avete sempre ignorato le gesta, gli Ingested di “Where Only…” sono qui apposta per esaltarvi e farvi ricredere.

TRACKLIST

  1. Follow the Deceiver
  2. No Half Measures
  3. Impending Dominace
  4. The List
  5. The Burden of Our Failures
  6. Dead Seraphic Forms
  7. Another Breath
  8. Black Pill
  9. Forsaken in Desolation
  10. Leap of the Faithless
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