INNERLOAD – Mater Tenebrarum

Pubblicato il 12/03/2024 da
voto
7.0
  • Band: INNERLOAD
  • Durata: 00:53:18
  • Disponibile dal: 26/01/2024
  • Etichetta:
  • Great Dane Records

Spotify:

Apple Music:

Semplice cambio di rotta o taglio deciso con il passato? Difficile a dirsi: in entrambi i casi, il nuovo album degli Innerload segna una trasformazione importante nella proposta portata avanti sino ad oggi dalla band veneta. Quella che, con i precedenti “React” ed “Again”, era sostanzialmente una propulsione genuina di sano heavy metal, ha preso le sembianze di una creatura forgiante un death metal melodico, il cui perimetro ricalca lo spessore tracciato a suo tempo dai gruppi sparsi nella penisola scandinava, non disdegnando di inserire un po’ ovunque l’approccio più classico maturato nel corso dei quindici anni di carriera.
Sono queste le caratteristiche di “Mater Tenebrarum”, terzo capitolo del quartetto di Venezia, guidato da Marco Cortese la cui voce, per l’occasione, si è notevolmente increspata, abbandonando, nella quasi totalità dei brani, le tonalità più pulite e melodiche dei primi due lavori in favore di un cantato più gravoso e tagliente. Con lui, i riff gelidi e sinuosi di Antonio Tavella ed una sezione ritmica più variegata, a disegnare un dignitoso quadro sonoro in omaggio di quella Madre delle Tenebre di ‘argentiana’ memoria.
Brano simbolo, entrando nei dettagli dell’album, e testimone chiave della virata stilistica degli Innerload, è “Gemini”, il cui stacco iniziale ci rimanda immediatamente alle armonie mortifere impartite anni fa dal dannato Alexi Laiho e i suoi Children Of Bodom. Tanto la trama intarsiata dalla sei corde di Tavella, quanto il timbro vocale dello stesso Cortese, sostenuto dai puntuali inserti corali, richiamano bene gli arrangiamenti tipici imbastiti dalla band finlandese, confezionando un brano di sicuro spessore. I cori si fanno sentire con maggior rilievo in “Shadow From The Past” e così pure in “The The Unexpected”, dalle tinte vagamente striate di Hypocrisy, specie in sede di refrain.
I dieci pezzi confermano positivamente la nuove veste indossata dal gruppo veneto, con la titletrack ed “Agony” a sottolineare l’impeto irruente e deciso, condito da iniezioni di un metal classico e d’annata, così da non rinnegare completamente le radici del gruppo. Esperienza a favore, qualità che non si discutono, ma anche margini di miglioramento, manifestati da alcuni dettagli su cui gli Innerload dovranno porre un occhio di riguardo in vista delle prossime pubblicazioni.
E l’orecchio va a poggiarsi proprio sulla prestazione del cantante, abile sì a destreggiarsi nella nuova modalità canora ma che, alla lunga, risulta leggermente troppo monocorde, omologando più del dovuto i vari pezzi, impattando soprattutto sul piano interpretativo. Più che apprezzabile quindi lo spostamento di coordinate di genere messo in atto dal gruppo tricolore; rimaniamo in attesa di capire se le stesse prenderanno ulteriore concretezza in futuro.

TRACKLIST

  1. Tears Of Blood
  2. Shadow From The Past
  3. Asylum
  4. Gemini
  5. Again
  6. The Unexpected
  7. Down In A Black Hole
  8. Mater Tenebrarum
  9. Aokigahara
  10. Insomnia
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.