INNUMERABLE FORMS – Philosophical Collapse

Pubblicato il 06/09/2022 da
voto
7.5
  • Band: INNUMERABLE FORMS
  • Durata: 00:38:21
  • Disponibile dal: 16/09/2022
  • Etichetta:
  • Profound Lore

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Justin DeTore è tra i più eclettici e curiosi performer del contemporaneo panorama underground statunitense: gli appassionati di hardcore tra i nostri lettori lo conosceranno come figura di rilievo della vitale scena di Boston, mentre sul fronte metal negli ultimi anni il musicista e cantante si è fatto soprattutto segnalare per i Sumerlands, gruppo classic metal nel roster della Relapse Records, e per i death metaller Innumerable Forms, senza certo dimenticare i Dream Unending, progetto death-doom guidato assieme a Derrick Vella dei Tomb Mold.
In questo nuovo “Philosophical Collapse”, secondo album dei suddetti Innumerable Forms, molte delle influenze in campo metal di DeTore arrivano a una felice sintesi. Accompagnato ancora una volta da musicisti di alto profilo – fra cui Jensen Ward degli Iron Lung e Chris Ulsh dei Power Trip – il frontman ci porta nuovamente ad esplorare la sua personale rivisitazione di certo death metal dei primi anni Novanta, partendo da basi che devono molto alla vecchia scuola finlandese (Abhorrence, primissimi Amorphis), per arrivare a toccare registri più solenni dove è a tutti gli effetti lecito parlare di puro death-doom. In questa nuova opera in particolare, il songwriting della formazione sembra concentrarsi maggiormente sul lato più cupo e al contempo maestoso della proposta: pochi i brani brevi e diretti, per dare invece ulteriore spazio a frammenti di crepuscolare abbandono, con ritmiche dilatate e con le chitarre intente a gestire influssi che ora incorporano tanto i classici Trouble quanto gli Anathema di “Crestfallen” e “Serenades”.
Non conosciamo ancora le tempistiche dietro la lavorazione dell’album, ma sembrerebbe che il progetto Dream Unending abbia in qualche modo ispirato anche parte di questo “Philosophical Collapse”: rispetto al debut “Punishment in Flesh”, le atmosfere sono dunque ancora più inquiete e il tutto suona sì pesante, ma solo in alcune canzoni propriamente aggressivo. Evidentemente, anche con gli Innumerable Forms DeTore è entrato in una fase più contemplativa, ebbra di suggestioni dolenti, nonostante la solita esemplare produzione a cura di Arthur Rizk (Soulfly, Kreator, Xibalba) faccia di tutto per sottolineare l’imponente muro di chitarre tipico della band. Solo a tratti si sente l’istinto di fare headbanging e questo taglio più algido nel sound potrebbe raffreddare l’entusiasmo dei fan in cerca di qualcosa di veramente ruvido e verace. Se invece non si disdegna affatto l’anima doom, questa seconda prova mette davanti a dei risultati emozionanti, avvolgenti e quasi catartici. Sensazioni di nostalgia, riflessione e persino timore pervadono la mente dell’ascoltatore intento a immergersi in questa efficace panoramica sulla Finlandia e sull’Inghilterra del 1990-1993 condotta dal gruppo americano. In particolare, l’ascolto di episodi come “Built on Wrought” e “Thrall” appaga e ritempra, trasmettendo una vigorosa energia (a dispetto del deprimente contenuto dei testi) e convincendo più che mai sulla direzione imboccata dalla band.

TRACKLIST

  1. Philosophical Collapse
  2. Built On Wrought
  3. Incremental
  4. Lifeless Harvest
  5. Bleeding Time
  6. Deified Tyrants
  7. Thrall
  8. Despotic Rule
  9. Sleeping In Light
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