7.5
- Band: INNUMERABLE FORMS
- Durata: 00:37:59
- Disponibile dal: 17/08/18
- Etichetta:
- Profound Lore
- Distributore: Audioglobe
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La Profound Lore ci ha abituato a produzioni death metal contraddistinte da sonorità tetre ed evocative, nelle quali tradizione e soluzioni maggiormente ricercate sono spesso assemblate in un marchio di fabbrica davvero ben collaudato. Non fa eccezione questo primo lavoro sulla lunga distanza degli Innumerable Forms, realtà statunitense guidata dal mastermind Justin DeTore (Sumerlands, Magic Circle, Mind Eraser) che propone un death metal dai tratti robusti e dalle rifiniture doom. La scena underground death metal americana sembra da qualche tempo un vulcano in perenne eruzione e lo dimostra anche il fatto che pure personaggi insospettabili (DeTore è noto soprattutto per essere un esponente di spicco della scena hardcore di Boston) riescano a cimentarsi con successo in tali sonorità. Death metal e death-doom sono termini volti a definire generi o umori musicali che in questo “Punishment In Flesh” non trovano sempre ragione di esistere in quanto fusi in un unico, solido affresco sonoro. Atmosfere funeste e ritmi stentorei, chitarre dilaniate e dilanianti, groove frantumato in schegge vaganti fra scuola scandinava e britannica. Costruzioni armoniche intriganti nella loro evanescenza. Gli Innumerable Forms spaziano tra incubi atroci e ventate di esuberanza, lasciando il segno con le loro cadenze ora severe, ora arcane. Suoni densi, ruvidi eppure pregni di un’ebbra febbre sonica. La tracklist alterna episodi piuttosto brevi ad altri maggiormente costruiti, evocando sonorità di antico sapore analogico e creando un’inquietante sfilata che va a fare visita ora alla frangia finnica capitanata da Abhorrence, Demigod e Rippikoulu, ora ai Paradise Lost di “Lost Paradise”. E’ certamente un procedere non sempre lineare e non sempre ispirato allo stesso modo: si procede per strappi e rallentamenti improvvisi, a volte si annaspa e si va alla deriva tentando di abbattere un muro di suono incrollabile. Non siamo ancora sugli stessi livelli dei loro amici Funebrarum (per i quali DeTore ha brevemente suonato la batteria), tuttavia “Punishment In Flesh” non fatica a dimostrarsi un disco assai valido; una miscela di soluzioni familiari e di improvvisi tocchi di classe che strizzano l’occhio a certi vecchi classici così come a quanto di meglio il circuito old school death metal ha saputo produrre nell’ultima dozzina d’anni. Un debutto notevole, insomma, dal quale emerge la chiara volontà della band di imporsi all’attenzione di tutti gli appassionati del genere.