7.0
- Band: INSOMNIUM
- Durata: 01:00:57
- Disponibile dal: 04/10/2019
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Sony
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Con il precedente “Winter’s Gate” gli Insomnium hanno cercato una nuova prospettiva rispetto ai brani che li avevano resi celebri, indirizzandosi verso un suono più stratificato e prodotto, che per forza di cose ha fatto loro perdere qualcosa in termini di immediatezza. Con il nuovo “Heart Like a Grave”, i finlandesi – da poco raggiunti dal chitarrista Jani Liimatainen, ora membro full time del gruppo – optano invece per espressioni più tradizionali a livello strutturale, offrendo una decina di pezzi agili e determinati come certi ‘singoloni’ di metà carriera; canzoni che spesso vanno dritte al punto e che hanno quell’aria struggente e al contempo carismatica che è ormai da tempo marchio di fabbrica e punto di forza della band. Definire “Heart…” un disco più asciutto dell’ambizioso “Winter’s Gate” sarebbe tuttavia fuorviante, visto che la musica che il quintetto ha preparato per questa occasione prende comunque le mosse dall’armonia insita nelle ultime prove in studio, con voci pulite, aperture acustiche e interventi di tastiere chiamati puntualmente ad arricchire il classico impianto melodic death metal di matrice nordica. Così, assieme a brani come “Valediction”, ennesimo episodio a mettere in primo piano tutto l’ardore e l’immediatezza del sound del gruppo (oggi a tratti vicino anche a certi Omnium Gatherum), troviamo anche una “Pale Morning Star”, mini-suite più ragionata capace di sviscerare al meglio quel mood tra il romantico e l’orecchiabile da tempo caro ai finlandesi. In sostanza, è come se gli Insomnium avessero deciso di raccogliere qui tutte le formule in grado di esprimere i loro migliori talenti, abbandonando sì la magniloquenza del precedente album, ma non la cura per i dettagli ivi messa in mostra. Un esempio di ‘more of the same’ convenientemente ritoccato in modo da non risultare una pallida imitazione di un “Across the Dark”, un “One For Sorrow” o uno “Shadows of the Dying Sun”.
Fa dunque un po’ sorridere che “Heart…” sia stato presentato come il disco più tragico e decadente della carriera dei ragazzi: tale affermazione riguarda forse solo il contenuto lirico dell’opera, dato che, come prevedibile, l’ascolto di queste composizioni racconta di una band che è ben lontana dall’avvicinarsi alla drammaticità e alla pesantezza di realtà connazionali come Shape Of Despair o Profetus. Gli Insomnium restano fieramente una melodic death metal band dal taglio semi-tradizionale e quanto proposto in questa sede non cambierà di una virgola il loro status. Inutile perciò avvicinarsi se si è in cerca di nuovi spunti, ma, ad ogni modo, le canzoni qui presentate saranno più che sufficienti per dare ulteriore linfa all’amore dei fan, i quali probabilmente se ne infischieranno della reiterazione di quelli che ormai sono stereotipi per una band che ha scelto un chiaro e orgoglioso posizionamento all’interno del proprio filone.