7.5
- Band: INSOMNIUM
- Durata: 00:53:07
- Disponibile dal: 17/10/2011
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
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Tra distorsione e melodia, arriva fra noi un altro nuovo album targato Insomnium, melodic death metal band che dai timidi esordi di “In The Halls Of Awaiting” – pubblicato ormai una decina di anni fa – ha fatto letteralmente passi da gigante in termini di ispirazione e popolarità. Ancora una volta, il quartetto finlandese sa farsi valere, nonostante la non originalissima proposta: dieci brani, poco meno di un’ora di durata, nei quali si distinguono soprattutto i due “lunghi” da sette minuti, “Song Of The Blackest Bird” e “Lay The Ghost To Rest”, dove vengono prese strade più tortuose, lasciando spazio ad un’attitudine vagamente prog. Chitarre e growling vocals corpose ben si sposano con parti acustiche e arie malinconiche: i ritmi sono più blandi e viene ritagliato un posto anche per un cantato capace di esprimersi su registri più tranquilli. In queste circostanze, Amorphis e primi Opeth diventano i primi nomi tutelari della formazione, la quale, pur prendendo a pieni mani dal bagaglio stilistico di queste ingombranti influenze, riesce in verità a dare sempre al tutto una forma convincente, merito in primis di un gusto per le melodie per niente malvagio, di un’atmosfera malinconica che gronda Finlandia da ogni accordo e di una padronanza del songwriting, in particolare a livello strutturale, ormai pienamente matura. Meno pretese di eleganza si rintracciano invece negli episodi più sostenuti e diretti: in questi casi, l’influenza degli In Flames di “Whoracle” è assai marcata e il gruppo non pare sforzarsi più di tanto per nasconderla. Tuttavia, ci si ritrova nuovamente a parlare bene di quanto confezionato da quest’ultimo, se non altro perchè gli esiti, se non proprio dirompenti, sono comunque pur sempre piacevoli. Insomma, si può dire che la Century Media abbia visto giusto nel mettere sotto contratto il combo finlandese: al primo full-length per una label di grande spessore, gli Insomnium si sono fatti trovare pronti, regalando a fan e addetti ai lavori l’ennesimo concentrato di metallo scandinavo di qualità. Forse non verranno mai citati tra i “classici”, ma attualmente i destini di certe sonorità passano anche da loro.