7.5
- Band: INSOMNIUM
- Durata: 00:56:43
- Disponibile dal: 28/04/2014
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Universal
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Gli Insomnium, almeno in campo melodic death metal, sono oggi uno dei gruppi piú solidi in circolazione. Non hanno forse mai confezionato dei veri capolavori, ma nonostante abbiano mantenuto un ritmo piuttosto serrato nelle uscite (a grandi linee un nuovo album ogni due anni) sono sempre riusciti a mantenere la qualità media della loro musica su livelli tutto sommato elevati. Quando si parla di valide alternative ai grandi nomi del metallo nordico è ormai quasi impossibile non menzionare gli Insomnium e crediamo che le cose non cambieranno nemmeno dopo l’arrivo nei negozi di questo “Shadows Of The Dying Sun”. Al sesto full-length, il gruppo non cambia le carte in tavola, ma nel complesso prova ad evidenziare un filo piú del solito la sua anima riflessiva, concedendo ulteriore spazio ai midtempo e a quella malinconia che è da sempre alla base del suo gusto melodico. Fatta eccezione per il singolo “Ephemeral”, molto catchy e a tratti vicino ai Dark Tranquillity piú immediati, il disco vive di tracce medio-lunghe, dove i ragazzi utilizzano con maggior costanza del solito intrecci acustici, voci pulite e soluzioni decadenti che a volte rimandano al vecchio gothic metal europeo. Tuttavia, colpiscono nel segno soprattutto quei pezzi in cui la band riesce ad abbinare questa rinnovata profondità melodica alla classica base melo-death: “Revelation”, in particolare, si attesta su standard eccellenti, presentando riuscitissimi ricami acustici su ritmiche rapide e incisive. Un po’ di grasso in eccesso si rintraccia invece verso il finale, anche se la toccante “The River” riesce a mantenere alta la bandiera di queste composizioni piú strutturate. Di certo il quartetto non si è risparmiato nella creazione di questo lavoro: siamo ormai abituati a vedere gli Insomnium sfornare dischi molto lunghi e “Shadows Of The Dying Sun” non fa eccezione con dieci brani per quasi un’ora. Alla band manca in effetti un po’ di capacità di sintesi, ma lungi da noi bollarla come tediosa: episodi di gran classe non mancano neppure questa volta e siamo certi che il disco entrerà nelle liste di fine anno di tanti appassionati di questo filone. D’altra parte, in quanti sono oggi in grado di risultare assolutamente credibili mescolando spunti alla “Whoracle” e alla “Tales From the Thousand Lakes”? Gli Insomnium sono praticamente da sempre manna dal cielo per tutti i nostalgici del death/dark metal nordeuropeo di una ventina d’anni fa.