INTER ARMA – New Heaven

Pubblicato il 23/04/2024 da
voto
8.0
  • Band: INTER ARMA
  • Durata: 00:41:43
  • Disponibile dal: 26/04/2024
  • Etichetta:
  • Relapse Records

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Abbiamo speso in passato fiumi di parole per descrivere quanto suonato dagli americani Inter Arma: un suono denso, frastagliato, smisurato e traboccante di influenze. Con lo splendido trittico “Sky Burial”/“Paradise Gallows”/“Sulphur English” i cinque di Richmond si sono spesi in lungo e in largo nel ricomprendere sotto uno stesso cappello tanti modo di vivere e interpretare l’heavy metal. Le cupezze immaginifiche dei Neurosis, le coloriture sludge dei Mastodon, gli influssi folk e hard rock degli Stati Uniti più tradizionalisti, il death-doom più greve e soffocante, sprazzi di heavy metal nudo e puro: c’era tutto questo e anche qualcos’altro, negli ultimi tre album di questa eclettica formazione, un esempio di metal contaminato tanto progressivo quanto verace e spumeggiante nella sua essenza.
Compiute abbondanti peregrinazioni in lungo e in largo, soprattutto in profondità, nel mondo del metal contemporaneo e più datato, gli Inter Arma si erano fermati un attimo, dandoci comunque da ascoltare un bel disco di cover, “Garbers Days Revisited”, che pur essendo solo un’uscita di passaggio confermava tutte le qualità del gruppo. Con “New Heaven” ecco il ritorno con materiale inedito e, per una volta, più che un’ulteriore evoluzione e allargamento delle proprie possibilità espressive, l’album suona come una sintesi di tanti aspetti già sviscerati in precedenza.
Nell’ultimo nato il primo aspetto ad emergere è la volontà di essere più concisi e dritti al punto – il punto fondamentale, come lo definirebbe un noto conduttore radiofonico – evitando molto spesso quei lunghi andirivieni, quelle trame lunghe e stratificate che andavano a infittire, con successo, le pubblicazioni precedenti. Uno sviluppo quindi generalmente meno ampio e avvolgente, che non rinuncia ad intricatezza e grovigli strumentali opulenti, ma si presta meno ai ponderosi viaggi sonori che rendevano così atmosfericamente incandescenti e cariche di pathos composizioni come “Primordial Wound” e “Blood Of The Lupines”.
Finora gli Inter Arma avevano dimostrato di saper fare un po’ di tutto e tutto bene: se c’era da aggredire e sfogare rabbia impulsiva, sapevano come convogliarla in modo adeguato e fantasioso; se c’era da caricare su toni doom infernali e soffocanti, erano ancora più spaventosi; volendo rilassarsi e galleggiare tra sogno e penombra, potevano sfoggiare un gusto melodico e una sensibilità vocale di alto profilo. Tutti elementi che riecheggiano in “New Heaven”, solo in modo più sintetico e con minore concessione alle tempistiche doom, per quanto la formula della formazione non si sia involuta o abbia sfrondato eccessivamente la poderosa ragnatela di suoni per la quale fin qui era nota.
Ecco allora che in apertura arrivano due tracce burrascose e iperdettagliate, veloci e rapaci, che guardano all’universo dello sludge metal più vorticoso e terremotante. La title-track vive di ondulati, nervosi saliscendi, dove dissonanze ridondanti e rallentamenti pregni di negatività si alternano per alimentare ansia e psicosi, spruzzando di un poco di noise l’intera, al solito difficilmente scioglibile, matassa.
Un brano dall’incedere massacrante e spezzato in tante sezioni, che ritornano ciclicamente a colpire, mentre “Violet Seizures”, dopo un avvio dal sapore quasi tribale, fugge via in atmosfere quasi psichedeliche, tra accenni di armonie orientaleggianti e violenza multicolore, con distorsioni e volumi meno crepitanti del consueto. Le velocità e l’impeto, invece, sono incessanti e producono quelle mareggiate viscerali, di puro istinto, che hanno sempre tirato una riga tra gli Inter Arma e la concorrenza sludge.
Death e black metal non si sono persi per strada, ritornano a intermittenza con le loro propaggini frastagliate e attraversate di emozioni antiche (“Desolation’s Harp”), fungendo da basi per svolgimenti che si fanno volentieri burrascosi, intricatissimi e stracolmi di naturale istintività. Nella seconda parte del disco riecheggiano invece melodie ampie e solenni: la cristallina gradevolezza di “Gardens In The Dark”, con il vocione di Paparo a stagliarsi fiero; il ribollente sabba psichedelico di “The Children The Bombs Overlooked”, dal fascino stordente, tra un clinic di batteria di T.J. Childers, la sua altrettanto assurda effettistica e le voci da orco del cantante.
Se il blues naturalistico di “Forest Service Road Blues” riporta un’irreale calma nell’aria, nel suo complesso “New Heaven” si dimostra un altro monumentale affresco di metal contemporaneo, evocato in buona parte della sua sconfinata galassia attuale. Non saremo in tema di sorprese e rinnovamenti come nei dischi appena precedenti, ma anche questa versione degli Inter Arma non ce la fa proprio a stare sotto la soglia dell’eccellenza. Per chi li ha sempre trovati fin troppo massici e complessi, “New Heaven” potrebbe essere il punto ideale da cui partire.

 

TRACKLIST

  1. New Heaven
  2. Violet Seizures
  3. Desolation's Harp
  4. Endless Grey
  5. Gardens in the Dark
  6. The Children the Bombs Overlooked
  7. Concrete Cliffs
  8. Forest Service Road Blues
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