7.0
- Band: INTOLERANT
- Durata: 00:30:02
- Disponibile dal: 27/11/2020
- Etichetta:
- Time To Kill Records
- Distributore: Goodfellas
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Un nome, un destino; o un programma chiaro, se preferite. Il duo romano propone un war metal intransigente e nichilista come da intenti naturali del genere, pescando tanto dalle influenze primordiali della Ross Bay Area nel riffing serrato e devastante, quanto dalla scuola neozelandese (Diocletian, Witchrist) per la produzione senza compromessi e lontana dal consolare il potenziale e incauto ascoltatore casuale. Nelle tracce di “Primal Future” non c’è alcun accenno di melodia, solo una cacofonia consapevole e annichilente, in cui gli strumenti concorrono a un assalto ronzante e ipercompresso, su cui si innestano qua e là i fulminei assoli che tanto devono al primo Kerry King. Le linee vocali non hanno nulla di umano, sono gorgoglii bestiali che tuttavia si stagliano rispetto all’atonalità tipica che percorre in anni recenti questa corrente estrema nell’estremo, esaltando e moltiplicando l’effetto di richiamo alla guerra post apocalittica.
Difficile scegliere un brano-manifesto in questa mezz’ora fatta di granate e assalti all’ultimo sangue, ma diamo merito come in un blocco di cattiveria tetragona non manchino momenti più ricercati, come “Dishonor Blood With Blood”: qui le chitarre inseguono le ritmiche forsennate della batteria e assumono la forma di un pulsare putrescente, sfiorando le soglie dell’industrial più estremo.
Dietro ai nomi d’arte Soul Devourer e Antihuman War Machine si nascondono Manuel Mazzenga, già membro di diverse band dell’underground black capitolino (Nocturnal Degrade, Scent Of Silence) e Luciano Lamanna, più noto come eclettico produttore di esponenti del mondo metal, punk e persino hip hop; non fatevi però ingannare dall’apparentemente improbabile connubio; questo non è un divertissement tra amici, quanto un chiaro e urlato atto di devastazione, che per gli amanti del genere non può passare inosservato.
