INTRONAUT – Habitual Levitations (Instilling Words With Tones)

Pubblicato il 28/03/2013 da
voto
7.5
  • Band: INTRONAUT
  • Durata: 00:57:25
  • Disponibile dal: 19/03/2013
  • Etichetta:
  • Century Media Records
  • Distributore: EMI

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“Habitual Levitations” sembra essere l’ennesima conferma che nel mondo del metal qualcosa sta cambiando. Se non vi era bastato “The Hunter” dei Mastodon, “Harmonicraft” dei Torche o “Yellow And Green” dei Baroness, il quarto capitolo discografico della band di Los Angeles, già alle prese con un netto cambio di stile nell’ultimo “Valley Of Smoke”, ripresenta la formazione in una veste ancora più prog e meno lineare rispetto ai fortunatissimi esordi, impegnata a svincolarsi da quella a loro scomoda definizione di “post” metal band per raggiungere una formula molto più intima e raffinata. Forti di un comparto tecnico decisamente fuori dagli schemi, gli Intronaut abbracciano completamente la loro svolta musicale con un album in cui armonie e passaggi di tecnica sopraffina vengono maneggiati con assoluta bravura e con una cura che sembra arrivare ai limiti del maniacale: alcuni passaggi appaiono forse troppo ampollosi ed eccessivamente meccanici, troppo fini a sè stessi quando si vuole a tutti i costi cercare una chiusura strumentale impeccabile – troviamo piuttosto antipatiche le seconde parti delle seppur buone “Harmonomicon” e “Milk Leg” – ma stiamo pur sempre parlando di un manipolo di musicisti abilissimi, che vede in Danny Walker e in Joe Lester i proprio assi nella manica; un vero e proprio orgasmo per gli amanti di questo genere di interpretazione sonora. Tuttavia, la band dimostra di essere maturata maggiormente e di aver trovato la propria quadratura del cerchio ideale in brani meno cervellotici come “Sore Sight For Eyes” – una sorta di rivitazione dei Tool in chiave raffinata – e nell’ ipnotica “The Welding”, dove parti aggressive sfidano brevi interludi di calma per un gioco del gatto col topo costruito magistralmente. Come accennato, questa nuova opera tende a sacrificare l’aspetto più ferale della band per dedicarsi ad una rifinita lavorazione di episodi ai quali serve del tempo per esprimere il massimo delle proprie potenzialità, che si traducono in un espressività apparentemente libera da ogni schema precostruito e da un’attitudine sperimentale di indubbio valore, aiutata a pieno regime da una sezione ritmica esplorativa e consapevole dei proprio mezzi. In “Habitual Levitations” scopriamo una formazione alla quale piace giocare con umori e stati d’animo: i pezzi non sono solo incedere poderosi o complessi ritmi tribali degni di pochi, se si vuole dare una possibilità a questo nuovo corso bisogna dimenticarsi per un attimo della sostanza e concentrarsi su quello che il quartetto riesce a suggerire con le proprie composizioni e le riuscitissime melodie (da applausi la prova di Sacha Dunable alla voce, sempre più mutevole e fondamentale). Non c’è certo più l’impatto di un tempo, ma, in un periodo dove band più o meno note sembrano usare la moda attuale della sperimentazione per farsi amare da questo fantomatico grande pubblico, gli Intronaut sembrano essere uno dei pochissimi nomi che abbia saputo cogliere in maniera personale e naturale questo tipo di concetto.

TRACKLIST

  1. Killing Birds With Stones
  2. The Welding
  3. Steps
  4. Sore Sight For Eyes
  5. Milk Leg
  6. Harmonomicon
  7. Eventual
  8. Blood From A Stone
  9. The Way Down
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