IOMMI – Fused

Pubblicato il 13/09/2005 da
voto
7.0
  • Band: IOMMI
  • Durata: 00:49:40
  • Disponibile dal: //2005
  • Etichetta:
  • Sanctuary Records
  • Distributore: Edel
Streaming non ancora disponibile

Quando ci si trova davanti al nuovo lavoro di due vere leggendedell’hard ‘n’ heavy, è sempre difficile dare un giudizio obiettivo: cisono sempre grandi attese e forti aspettative, senza contare quellasorta di ‘reverenza’ nei confronti di tutto ciò che viene fatto dapersonaggi che hanno scritto pagine e pagine della storia del rocktutto. È il caso di questo nuovo lavoro solista di Tony Iommi,accompagnato ancora una volta dall’ugola d’oro di Glenn Hughes. Ilsodalizio tra questi due straordinari musicisti inizia, come è noto,una ventina d’anni fa, con la pubblicazione di “Seventh Star” (1986),un album controverso e bistrattato, uscito a nome Black Sabbath più permotivi contrattuali che per caratteristiche intrinseche, che sarebbedovuto essere il primo lavoro solista di Tony Iommi. L’album, puressendo di buon livello, non può certo rientrare tra i capolavori dellaband di Birmingham, anche a causa di una produzione troppo ottantianache lo fa suonare, oggi, decisamente datato; eppure l’intesa tra i dueartisti era nata. Nel 1996, infatti, Glenn e Tony si chiudono in studioe danno vita a un nuovo album con la collaborazione di Neil Murrey(ex-Black Sabbath e Rainbow) in alcune parti di basso, Dave Holland(ex-Judas Priest) alla batteria e Don Airey (ex- Rainbow, Deep Purple)alle tastiere. Il nuovo capitolo della saga Iommi/Hughes rimane chiusonel cassetto senza essere pubblicato ufficialmente; qualcuno, però,impossessatosi dei nastri di quelle sessioni, riesce a pubblicare ibrani sotto forma di un bootleg intitolato “8th Star”. Nel 2004,finalmente, Iommi decide di riportare alla luce il progetto,pubblicando l’album “The 1996 DEP Sessions”, una versione ufficiale di“8th Star”, meglio prodotta, privata delle tastiere di Airey (perrenderla più moderna) e con la batteria suonata da Jimmy Copley. Accesinuovamente dal fuoco dell’ispirazione e complice anche la frustrazionedel chitarrista per i continui ritardi al nuovo fantomatico album deiBlack Sabbath, Iommi e Hughes uniscono ancora le loro forze e, inbrevissimo tempo, danno vita a “Fused”.  Che dire, dunque, diquesto nuovo lavoro? Mettiamo subito in chiaro le cose: Glenn Hughescanta meravigliosamente e più invecchia, più sembra migliorare, come ilbuon vino; Tony Iommi, d’altra parte, si conferma il ‘Riffmaster’ pereccellenza. Ci saranno sicuramente tante persone (e il sottoscritto èuno di questi) per cui la recensione potrebbe finire qui e, senzaindugio, si catapulterebbero a comprare il CD. C’è, però, qualche altraconsiderazione che va fatta. I brani sono di ottima fattura, con lachitarra di Iommi a sciorinare un riff dopo l’altro, in puro stileBlack Sabbath, e con Hughes che sfodera una performance aggressiva evariegata, capace di incastrarsi alla perfezione in un contesto metal,così lontano dai suoi territori più congeniali; la produzione è corposae pompata (forse anche troppo); e la prova di Kenny Aronoff è più cheottima. Eppure manca ancora qualcosa: se è vero che l’album scorrepiacevolmente, è anche vero che solo in pochi casi si sentono dei verie propri brani capolavoro. È il caso dell’iniziale “Dopamine”, potentee trascinante, dell’intensa “Grace”, di “Resolution Song” (in cui Glennsembra fare il verso al miglior Ozzy Osbourne) e, soprattutto, dellaconclusiva “I Go Insane”, un lunghissimo brano di nove minuti, lento edolce all’inizio, che poi esplode in un crescendo elettrico, giungendoal suo apice in un bellissimo intermezzo acustico/percussivo. Il restoè tutto buono, molto buono, se vogliamo, ma frutto più del mestiere chedella vera ispirazione: come se, nell’entusiasmo e nella fretta difinire il lavoro al più presto, i due artisti si fossero accontentatidella prima manciata di brani composti. Il giudizio finale, comunque,non può che essere positivo: e come potrebbe essere altrimenti, vistala classe innegabile degli artisti coinvolti? Tony Iommi riesce ascrivere riff memorabili con una facilità strabiliante e basterebbeascoltare “Wasted Again” per accorgersi delle incredibili acrobazievocali di Glenn Hughes. Tuttavia, proprio per le loro straordinariepotenzialità, possiamo affermare che, da tali innegabili leggende,sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa in più.

TRACKLIST

  1. Dopamine
  2. Wasted Again
  3. Saviour Of The Real
  4. Resolution Song
  5. Grace
  6. Deep Inside A Shell
  7. What You're Living For
  8. Face Your Fear
  9. The Spell
  10. I Go Insane
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.