5.0
- Band: IRON MAIDEN
- Durata: 00:50:08
- Disponibile dal: 20/11/2020
- Etichetta:
- Parlophone
- Distributore: Warner Bros
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Alzi la mano colui al quale non mancano i concerti: da quelli più intimi, magari in qualche locale sperduto di periferia, a quelli di più grande portata. Occasioni, al di là della loro dimensione ed appetibilità, per condividere un’unica passione, per celebrare un rito, per vedere ancora quella band suonare, per vedere, l’ennesima volta, i volti ed i sorrisi dei compagni di avventura: quegli amici e conoscenti che, nonostante tutto, sapevi di ritrovare, proprio lì, di fronte alla transenna. Attimi, momenti, emozioni che, come tutti sappiamo, mancano ormai da parecchio tempo e che ci auguriamo possano ritornare il prossimo anno, forse. Nell’attesa, l’adrenalina da arena (castello, palazzetto o club) è stata trasferita direttamente sul divano di casa: diversi gruppi, infatti, si sono dati da fare per organizzare un evento streaming ricostruendo, con risultati più o meno lodevoli, quell’atmosfera (seppur inarrivabile) da palco. C’è chi invece, come gli Iron Maiden, ha pensato bene di lanciare sul mercato l’ennesimo live (il tredicesimo in carriera), recuperando le registrazioni avvenute in occasione delle tre date sold-out tenutesi a Città del Messico tra il 27 ed il 30 settembre dello scorso anno, durante il Legacy Of The Beast World Tour. Chi dunque si aspettava un nuovo album da parte della Vergine di Ferro dovrà attendere ancora un bel po’ ed accontentarsi di questo antipasto parecchio insipido utile, solamente, ad alimentare la sfilza di storiche ‘sentenze’ secondo cui l’unico live meritevole di Steve e compagni risale al 1985, gli Iron sono finiti con “Seventh Son Of A Seventh Son”, il vero cantante dei Maiden è stato Paul Di’Anno e via dicendo; paradigmi sui quali si potrebbe discutere ad libitum.
Raffazzonato? Abbastanza: ascoltatevi “Revelations” e fateci sapere se quelli che rispondono agli inviti di Bruce sono sessantaseimila messicani o i rispettivi fantasmi, a testimonianza di come l’aspetto live, a parte nel titolo, sia praticamente assente lungo tutti i diciassette brani presenti in scaletta, sollevando così la canonica accusa secondo cui ‘registrazione live uguale a registrazione in studio’. A proposito di tracklist, prima di proseguire, spezziamo una lancia in favore di Mr. Harris e soci: da anni non si ascoltava “Flight Of Icarus” dal vivo, come pure “Where Eagles Dare”, “Sign Of The Cross” e “The Clansman” la quale, per inciso e per riconoscenza, era proprio LA canzone di Blaze Bayley; per cui, almeno su questo punto, le critiche le mettiamo da parte. Tornando invece alla prestazione, oltre ai vari cut tra un brano e l’altro, segnaliamo alcune sbavature sia a livello prettamente tecnico (“The Wicker Man” docet) sia a livello di mera riproposizione dei suoni, con la voce di Dickinson e la batteria di McBrain a sovrastare i colleghi alle sei e quattro corde. Difetti che si ribaltano di conseguenza sull’aspetto ‘utilità’ di questo “Nights Of The Dead”: capiamo il gesto sottolineato dallo stesso Steve, e cioè di raggiungere tutti quei Maiden fan che, per i motivi risaputi, si sono visti cancellare la data prevista nel loro paese. Capiamo i tempi ristretti di realizzazione, aggiungiamoci eventuali obblighi contrattuali; resta il fatto che, proprio nel momento storico che stiamo vivendo, un passo in più, soprattutto a livello visivo (vista anche la magnificenza scenografica del tour) poteva essere compiuto; immagini che sono state in qualche modo ‘coperte’ con un book fotografico disponibile nell’edizione deluxe. I Maiden sono i Maiden, su questo non ci piove: è sempre un piacere ascoltare brani che hanno fatto la storia di un genere; da “2 Minutes To Midnight” a “The Trooper”, da “Hallowed Be Thy Name” alla stessa “Flight Of Icarus”. Non sarà sicuramente questa recensione a vietare/boicottare l’acquisto del nuovo live anzi, crediamo che la sponda ferrea degli Iron supporter lo abbia già ordinato; rinnoviamo tuttavia più di un dubbio su una release simile anche perché, soprattutto dal punto di vista qualitativo, già in passato abbiamo avuto modo di ascoltare prodotti non così all’altezza nonostante i tempi fossero migliori, senza contare le enormi possibilità/potenzialità di tutto il mondo Iron Maiden che gravita intorno alla band stessa. L’augurio piuttosto è quello di poterli rivedere in azione quanto prima, sia on stage, sia in studio.