7.0
- Band: IRON SAVIOR
- Durata: 00:47:34
- Disponibile dal: 18/11/2011
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
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Quattro anni si è fatto attendere Piet Sielck prima di tornare sulle scene con il nuovo “The Landing”, forte di un nuovo contratto con AFM Records e del rientro in formazione del bassista Ian Eckert. Accompagnato da una copertina spettacolare, in linea con le tematiche fantascientifiche che da sempre identificano la band, la nuova uscita marchiata Iron Savior spazza via in buona parte i dubbi che il precedente “Megatropolis” aveva suscitato nel sottoscritto. Lo stile della band è immutato, cosiccome i suoni, e non mancano di certo i clichè del power metal tedesco che lo stesso leader del gruppo contribuì a fondare con la primissima incarnazione degli Helloween, ma questa volta traspare una vena creativa più viva, che si materializza in un buon numero di brani più che discreti. “The Landing” contiene infatti sia pezzi tirati che avvincenti midtempo come l’iniziale “The Savior” o l’ottantiana “Heavy Metal Never Dies”. Quest’ultima è piuttosto scontata nel suo tributo al metal, ma è divertente e con un ritornello efficace soprattutto se paragonato a tanti altri episodi simili a cui ci hanno abituato le formazioni classic e power tedesche. Di presa anche la conclusiva “No Guts, No Glory”, altro piacevole midtempo arioso e melodico. Troviamo poi le classiche bordate power metal a tutta velocità, ed è il caso in primis di “Starlight”, pezzo tiratissimo e canonico quanto volete, ma che come stile e qualità non avrebbe stonato su “Somewhere Out In Space” dei cugini Gamma Ray. Sempre alta velocità, anche se con risultati meno entusiasmanti, per “Faster Than All”, che allo stesso modo di “March Of Doom” e “Moment In Time” riprende in parte gli stilemi a tratti derivativi dei Blind Guardian che caratterizzano i Savage Circus, in cui lo stesso Sielck milita. Qualche episodio poco ispirato, “Hall Of The Heroes” ne è l’esempio più lampante, e alcuni testi abbastanza elementari non favoriscono la fluidità di un disco che a conti fatti si attesta comunque su una discreta media e rialza le quotazioni gli Iron Savior. Certo, il primo omonimo album e il successivo “Unification” sono ancora lontani dall’essere replicati…