6.5
- Band: IRREVERENCE
- Durata: 00:54:04
- Disponibile dal: 30/12/2016
- Etichetta:
- STF Records
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Thrashettone teutonico, sudore, attitudine e tanto divertimento sono stati i capisaldi dell’avventura-Irreverence dagli albori di carriera ad oggi. La band milanese è partita come un ensemble devoto al verbo di Tom Angelripper e del primo Mille Petrozza e non ha mai deviato dalla retta via, aggiungendo nel tempo giusto qualche ritmica più articolata e un gusto melodico più spiccato. Una (contenuta) propensione alla varietà che non ha intaccato il cuore del sound frequentato con dischi come “War Was Won” e l’ultimo “Shreds Of Humanity”, probabilmente il migliore full-length registrato in una carriera più che ventennale. Proprio per celebrare l’importante traguardo dei vent’anni di attività, gli Irreverence si sono concessi il piccolo vezzo di registrare un live album, durante il mini-tour celebrativo del ‘compleanno’ avvenuto nel 2015. Un’operazione che magari potrebbe far sorridere qualcuno, visto che il disco arriva da un gruppo underground con un bacino di fan certamente non sterminato. Dal nostro punto di vista, pur non considerando l’operazione strettamente essenziale – cosa che i live album difficilmente sono – riteniamo che i ragazzi abbiano svolto un ottimo lavoro, andando a mettere la ciliegina sulla torta di una discografia costellata di dischi di buona qualità, non sempre ispirati in tutti gli episodi, ma nei quali non sono mai mancati onestà e cocciuta fede nel verbo del thrash old-school. Il meglio la band lo ha sempre dato dal vivo, quando alcuni limiti di impostazione venivano spazzati via da una veemenza barbarica spumeggiante, mietendo un copioso quantitativo di vittime nel pit. Ben consci di questo fatto, i Nostri sono stati ben attenti a non rovinare al banco mixer l’effetto di divertito massacro che ci è capitato di vivere ogni qual volta abbiamo incontrato il combo sotto il palco. Di aggiustamenti in studio crediamo ne siano stati fatti il minimo indispensabile, il live-feeling è epidermico ed è l’aspetto più evidente e piacevole che si riscontra nel corso della lunga tracklist, nella quale si scorre avanti e indietro fra diversi periodi, cercando di non dimenticare nessuna delle canzoni più riuscite in repertorio e di omaggiare alcuni dei padri putativi. Trovano quindi spazio cover di Raw Power “(“Politicians” e “State Oppression”, con Mauro Codeluppi a contribuire alle parti vocali), Tankard (“Empty Tankard”, con Gerre a porre piede on-stage con un timido ‘buongiorno ragazzi’) e gli obbligatori Motörhead (“Ace Of Spades”). Un bel documento di storia minima del metal italiano questo “Raise Chaos – Live In Milan”, ovviamente rivolto a una fetta di pubblico piccina piccina, ma che ci sentiamo di approvare come tipo di operazione e risultato finale.