6.5
- Band: ISKALD
- Durata: 00:52:13
- Disponibile dal: 31/08/2018
- Etichetta:
- Indie Recordings
- Distributore: Audioglobe
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A quattro anni di distanza dal precedente “Nedom Og Nord”, tornano a farsi risentire, sempre attraverso la fida e conterranea Indie Recordings, i norvegesi Iskald, combo che naviga ormai da più di dieci anni nel limbo delle promesse mancate del black metal vecchia scuola. Oddio, che poi di vecchia scuola c’è sicuramente tanto nella musica del duo di Bodo, ma non va nemmeno fatta passare inosservata l’innegabile attitudine progressiva-sperimentale che i Nostri hanno cesellato e scolpito vieppiù nel procedere della loro carriera.
Ormai quasi considerabili come una band vera e propria – nelle foto ufficiali fanno presenza fissa, difatti, i due musicisti live Ben e Isak Hansen, rispettivamente basso e seconda chitarra – i compari Aage André Krekling e Simon Larsen ci presentano il nuovo “Innhøstinga” (‘la mietitura’, in norvegese) con il solito ottimo artwork e con una produzione moderna, pulita, ma anche assolutamente non bombastica, conservante in tal modo un sufficiente grezzume old-school che mantiene sinistra, aggressiva e abbastanza gelida una proposta che, pur rientrando nel black metal più puro e poco contaminato, pian piano, passaggio dopo passaggio, si lascia scoprire come ricchissima e altamente complessa, costruita su un’infinità di arrangiamenti raffinati e cambi di tempo apparentemente senza senso, che hanno il grosso pregio, però, di donare profondo dinamismo ed immediata organicità ad un pacchetto di canzoni mai statico, mai annoiante e sempre imprevedibile. Forse solo il reiterato e monocorde uso della voce sporca di Larsen – non uno screaming in high-pitch, ma qualcosa di più catarroso e corroso – apporta della noia alla tracklist di “Innhøstinga”, che vede l’uso di lontani cori puliti solamente in “Resting, Not In Peace”; ci piacerebbe sinceramente ascoltare qualcosa di più vocalmente vario prendere piede negli Iskald, in quanto siamo convinti che questi ragazzi abbiano le possibilità di fare bene, la classe non manca certo loro. Un esempio di ciò arriva sia all’altezza di “From Traitor To Beast”, chiusa da un lungo outro atmosferico e sofferente, che soprattutto dalla seguente “Lysene Som Forsvant”, pesante sortita della band in territori più malinconici e blackgaze. La costruzione dei brani, come già accennato, dà modo sia a Krekling dietro le pelli, sia a Simon Larsen agli altri strumenti di mettere in evidenza capacità tecniche e compositive non indifferenti: il drummer sfodera una varietà di pattern davvero mirabile, pattern che conducono per mano le tre-quattro sovraincisioni di chitarre – ascoltate attentamente, “Innhøstinga” non vi si rivelerà subito – verso un caleidoscopio di rincorse, pause, rallentamenti e ripartenze, la maggior parte delle volte incastonati a meraviglia fra loro, altre volte con qualche assolutamente perdonabile inceppo stilistico.
Siamo nell’ambito, dunque, del melodic black metal a tratti atmosferico, a tratti seguente traiettorie thrash, altre volte puntante al lato prog di questa musica, tanto da portare alla mente sparutamente dagli Immortal ai Naglfar, dai Vreid ai Satyricon, fino anche a certi Enslaved. Funzionano tutto sommato bene anche pezzi più immediati e diretti quali la title-track, l’opener “The Atrocious Horror” e la successiva “No Amen”, per cui, avendo già letto il voto assegnato a questa quinta opera sulla lunga distanza dei nordici, vi starete chiedendo come mai tante belle parole per un voto complessivamente non bellissimo. Ed ecco la risposta: proprio perchè alla fine dei conti, sebbene la Fiamma Nera splenda fulgida nel sound degli Iskald, come nei loro precedenti lavori manca la scintilla di genialità definitiva e qualche brano che riesca a stazionare per più di qualche giorno nella nostra testa. Mancano i picchi, in “Innhøstinga”, il livello medio è alto, sì, ma troppo poco esaltante. Peccato, perchè questa formazione è assai valida e merita certo una buona dose di attenzione da parte vostra.