7.0
- Band: IXION
- Durata: 00:48:16
- Disponibile dal: 09/11/2015
- Etichetta:
- Finisterian Dead End
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Scoperti nel 2011 dalla nostrana e sempre lungimirante Avantgarde Music, i francesi Ixion tornano a sorpresa in pista in questa fine 2015, con un nuovo full rispondente al nome di “Enfant De La Nuit”. Un titolo ed una cover che risvegliano in noi, assieme al tenore stilistico della musica del terzetto transalpino, ricordi ancestrali di paure innate e sogni notturni sempre temuti ed immaginati. Il precedente “To The Void” ci aveva ottimamente impressionato, grazie proprio ai soundscape spaziali ed onirici ben creati dalla sapiente ispirazione di Julien Prat, polistrumentista e mastermind del combo, facenti da base e contorno ad un doom-gothic metal atmosferico e carico di suggestioni. In “Enfant De La Nuit”, ahinoi, purtroppo non ritroviamo quella verve lampante e cristallina che aveva reso quasi imperdibile il suo predecessore: i tre Nostri, difatti, si sono sì evoluti, ma in un modo che non ci convince del tutto. I suddetti soundscape e l’atmosfera da viaggio verso l’ignoto si sono tramutati in pezzi molto più orecchiabili, votati al gothic metal tastieroso e, pur mantenendo cadenze prettamente doom, meno evocativi e siderali. Echi di Type O Negative, Paradise Lost, Draconian, Samael e Tiamat di metà carriera si odono lungo i solchi di questo lavoro, sicuramente non deprecabile – anzi! – ma anche altrettanto sicuramente meno originale e particolare di quanto potevamo aspettarci da degli apprezzati ex-debuttanti. Le tre voci di Prat, Thomas Saudray e Yannick Dilly si alternano tra clean, growl profondi e tonalità più rock n’ roll, prodigandosi anche in chorus melodici e catchy che non erano presenti nella prima opera, altro significativo segnale di una volontà precisa della band di aprire i propri orizzonti di pubblico. Stesso discorso pensiamo si possa fare per la scelta dei suoni e per la produzione, non più tanto un minestrone space-doom con tutto amalgamato per bene, bensì un mettere in evidenza più marcatamente l’uso copioso e quasi pacchiano dell’elettronica e delle influenze ambient oppure cercare un pelo d’aggressività in chitarroni grassi e piuttosto semplicistici. Scritto di ciò che non ci è molto piaciuto, soprattutto se messo a paragone della nostalgica magniloquenza di “To The Void”, bisogna anche precisare, però, che gli Ixion hanno tirato fuori un manipolo di brani validi ed interessanti, ricchi di melodie ariose e hook melodici di facile presa, così come di una fruibilità d’ascolto veramente ottima. Insomma, in calce a questa recensione leggerete un sonoro voto in meno rispetto all’esordio, ma per gli Ixion non va preso come una bocciatura; lieve ridimensionamento d’ambizioni, forse, questo sì. Vedete voi se approfondire la conoscenza di questo comunque interessante gruppo.