7.5
- Band: IXION
- Durata: 00:38:11
- Disponibile dal: 09/10/2020
- Etichetta:
- Finisterian Dead End
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Quarto disco sulla lunga distanza per l’interessante progetto francese Ixion, creatura quasi totalmente ad appannaggio del polistrumentista bretone Julien Prat, che si avvale del solo Yannick Dilly per tirare fuori dal cappello le voci pulite. Come per i precedenti album – “To The Void” (2011), “Enfant De La Nuit” (2015) e “Return” (2017) – la cifra stilistica dei transalpini si espleta in un doom metal atmosferico e sognante, ampiamente condito e contaminato da passaggi elettronici di spaziale fattura. Difatti, caratteristica principale e peculiare di questa formazione permane il costante proiettare il proprio sguardo esplorativo e concettuale in viaggi onirici e siderali attraverso il cosmo più profondo per poi fare ritorno alla base, sul pianeta Terra.
“To The Void”, il più cupo e doomy tra i lavori degli Ixion, lanciava la band nello spazio interstellare; “Enfant De La Nuit” si trasformava in un ibrido elettronico e molto più melodico e accessibile, in pieno vagare astronomico; “Return” vedeva una saggia miscela fifty-fifty di elettronica e musica atmosferica, con tante, troppe clean vocals, che portava l’ascoltatore dalle lontananze cosmiche ad un tuffo mortale nel più ansiogeno dei bui oceanici. E oggi, dove va a parare questo nuovo “L’Adieu Aux Etoiles”? ‘L’addio alle stelle’ di cui narra il titolo per ora ci è poco chiaro, non avendo avuto a disposizione i testi dei brani, ma quello che è certo è che anche questa volta il duo d’Oltralpe, e soprattutto Prat ovviamente, si dimostra notevole traspositore di emozioni nostalgiche, d’abbandono e lento decadere in musica, attraverso uno spettro di sonorità che, se strumentalmente non si discosta molto dal precedente “Return”, aumentandone però la qualità in ambito di produzione, di ricerca elettronica e di prepotenza delle chitarre (un po’ dimesse e in secondo piano nelle due uscite antecedenti), dal punto di vista vocale fa registrare un pareggiamento considerevole tra growl cavernoso e estatici lamenti puliti; tanto da farci posizionare, questo “L’Adieu Aux Etoiles”, tra l’ombrosità e l’oscurità primigenia di “To The Void” e l’eccitante epicità di “Return”.
Album tutto sommato omogeneo, il quarto parto di casa Ixion può vantare almeno due-tre tracce di alto valore e altissimo tasso ipnotico: “Stellar Crown” è un’opening track di quelle con i fiocchi, con una ritmica di base tanto semplice quanto trascinante e marziale, accompagnata da un giro melodico straziante e con arrangiamenti elettronici veramente superbi, un po’ la summa dell’esperienza sonora promulgata dalla band; “The Great Achievement” offre un lato degli Ixion ancora poco emerso dalle passate pubblicazioni, ovvero un suadente abbordaggio verso mood e atmosfere orrorifiche ed inquietanti, a tratti espresse tramite i soliti azzeccati sample, oltre che aggraziarci nel finale con un memorabile assolo di tastiera in pieno sentore seventies; “The Black Veil”, dal canto suo, fiorisce di melodie crepuscolari e grandiose linee vocali clean, ancora alternate a sussurri e gorgoglii gutturali, per un compendio sensoriale completo e appagante.
Forti di una sensibilità artistica e di una delicatezza metallica fuori dal comune, gli Ixion inanellano un altro gioiello di valore alla loro preziosa collana discografica, tanto ignota ai più quanto da scoprire al più presto, soprattutto quando il vostro obiettivo finale è quello di perdervi mentalmente nello spazio ignoto.