7.0
- Band: JAHBULONG
- Durata: 00:46:01
- Disponibile dal: 30/10/2020
- Etichetta:
- Go Down Records
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I Jahbulong sono un interessante trio formatosi a Verona nel 2015, una band giovane quindi, ma con le idee già molto chiare. Il loro nuovo “Under The Influence Of The Fool” è un disco composto solamente da quattro brani, la cui lunghezza varia dai nove ai quindici minuti cadauno. Questa informazione già è sufficiente per farsi un’idea della proposta musicale del gruppo, un interessante mix di stoner doom, heavy metal ed un tocco di psichedelia. La titletrack, nonché brano di apertura, propone un sound che, partendo dai Black Sabbath, arriva a chiamare in causa gli Electric Wizard in primis, seguiti a ruota dagli Sleep di Matt Pike. Riff lenti e ripetuti in un loop che stordisce, chitarre distorte ed un cantato (ad opera di Pierpaolo ‘Paul Vinegar’ Modena) che sembra provenire dalle viscere più recondite dell’inverno, sono i punti cardine della proposta musicale firmata Jahbulong, opprimente, annichilente, proprio come vuole il genere musicale proposto. Le parti di batteria, essenziali e quadrate, scandiscono il tempo di questa lunga marcia funebre, a conferma che spesso la semplicità è l’arma migliore. Durante l’ascolto di “The Eclipse Of The Empress” ci sembra di avere di fronte i Black Sabbath pesantemente rallentati, doom allo stato puro addolcito solamente dal lungo assolo rock che troviamo alla fine del brano. La traccia finale “The Eremite Tried Out”, lungo oltre un quarto d’ora, è probabilmente l’episodio più atmosferico e sinistro dell’intero album, ben scritto e mai noioso. “Under The Influence Of The Fool” merita una menzione anche per la suggestiva copertina, realizzata in collaborazione con l’artista Nino Cammarata, che ha voluto in questo modo celebrare i quattrocentoventi anni dalla scomparsa di Giordano Bruno (grande filosofo, scrittore e frate domenicano condannato dalla Chiesa e bruciato vivo per i suoi pensieri ritenuti eretici). Questo interessante lavoro ci mostra i Jahbulong in buona forma, consci del loro potenziale e capaci di esprimerlo al meglio. Di certo i quattro brani ascoltati non brillano per originalità, ma impatto, attitudine, atmosfere sulfuree e dedizione alla causa del nero metallo rendono il tutto più che appetibile. Anche in questo caso dobbiamo armarci di grande pazienza per attendere di vedere la band all’opera su un palco.