7.0
- Band: JAMES LABRIE
- Durata: 00:48:17
- Disponibile dal: 20/05/2022
- Etichetta:
- Inside Out
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L’ultimo full-length solista del noto vocalist dei Dream Theater James LaBrie risale ormai a ben nove anni fa, e da allora svariate cose sono accadute in entrambi i territori in cui il noto frontman statunitense esercita la propria influenza; in particolare, sul versante della sua realtà personale, possiamo notare che ci sono stati dei cambiamenti importanti nella line-up: alla chitarra è ancora presente quel fenomeno nostrano che risponde al nome di Marco Sfogli, mentre per il basso e la tastiera troviamo, freschi di ingaggio, Paul Logue e Christian Pulkkinen degli Eden’s Curse, ma è l’elemento che siede dietro le pelli a destare maggiormente la nostra curiosità, perchè si tratta di Chance LaBrie, figlio proprio di colui che mette il nome sulla copertina di questo nuovo “Beautiful Shade Of Grey”.
Non aspettatevi grandi sfoggi metallici da questo prodotto, ma piuttosto tanta melodia e calma interiore, enfatizzata da una forte predominanza di un sound chitarristico perlopiù sprovvisto di una distorsione eccessiva. Anzi, le iniziali “Devil In Drag” e “SuperNova Girl” rappresentano un concetto invero piuttosto gradevole di ballate melodic rock, con in più qualche vagito progressive messo in evidenza ad esempio nella successiva “Give And Take”. Paradossalmente, ciò che salta all’orecchio è proprio l’accessibilità delle composizioni: la durata dei singoli brani non tocca mai i sei minuti, e in generale non sussistono grossi eccessi competitivi o derive barocche degne di menzione.
L’esecuzione è davvero buona, soprattutto per quanto riguarda il guitar work, e il timbro di James riesce a convincerci più di quanto ci potessimo aspettare in questa cornice, con un effetto quasi rilassante, ben radicato anche nella toccante “Sunset Ruin” e in una più incalzante “Hit Me Like A Brick”, che precede una seconda metà dell’album non particolarmente propensa a differenziarsi dalla prima, quanto piuttosto a proseguirne l’andamento con coerenza, anche se non manca qualche interessante sferzata stilistica: “What I Missed” su tutte, il cui gusto quasi country/western ci ha fatto venire la pelle d’oca, davvero degna di apparire nella colonna sonora di un film o di una serie dedicata, e volendo anche la conclusiva “Ramble On”, in cui lo stesso James incattivisce parzialmente l’ugola.
In realtà la vera conclusione giunge con la versione in elettrico della opener “Devil In Drag”, con la quale di fatto l’album inverte una tendenza: normalmente infatti la bonus track è la versione acustica di un pezzo, invece in questo caso è l’esatto opposto e dobbiamo ammettere di aver gradito non poco il risultato.
Magari non sarà un’uscita particolarmente memorabile, ma a scanso di qualsiasi scetticismo siamo in presenza di un’ottimo album di rock melodico a prevalenza acustica, suonato bene da un gruppo di professionisti e con un leader sempre sul pezzo malgrado le controversie pratiche, e nel marasma di uscite in cui il sopravvento lo hanno doppia cassa, riff granitici, voci sporcate e quant’altro, anche prendersi una bella pausa con un disco simile è abbondantemente consigliato.