7.0
- Band: JARBOE
- Durata: 01:12:04
- Disponibile dal: 15/12/2008
- Etichetta: Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
“Teatrale”. Potrebbe essere questo un aggettivo adatto a descrivere il nuovo lavoro di Jarboe, ma sicuramente non sfigurerebbe nemmeno “multiforme”. Già, perché chi conosce Jarboe probabilmente sa già di cosa si parla, ma per i meno informati spendiamo due parole sulla cantante in questione: ex-membro degli Swans, Jarboe intraprende poi una carriera solista che la vede collaborare con molte personalità importanti della scena musicale internazionale (su tutti: Neurosis e Jesu) e non solo, dato che produce anche dischi da solista da un po’ di anni a questa parte. Il suo ultimo lavoro, “Mahakali”, vede la partecipazione di alcuni ospiti illustri: Attila Csihar, dei Mayhem, e quel Phil Anselmo che, dopo un periodo di transizione, sembra aver ritrovato se stesso e cantare con un’espressività che forse prima non aveva mai tirato fuori fino in fondo. Fra i musicisti invece troviamo ospiti del calibro di Josh Graham (Neurosis, ex-Red Sparowes), Vincent Signorelli (Unsane, ex-Swans) e Kevin Hufnagel (Dysrhythmia). Musicalmente il disco sembra spesso una discesa all’inferno, fra brani sludge e intermezzi strumentali, con la voce di Jarboe a sovrastare il tutto e a dare un’espressività maggiore alle canzoni. I brani si mantengono su un livello molto buono, anche se un paio di cose vanno dette: purtroppo in alcuni casi si va un po’ “oltre”, e il risultato è un po’ pacchiano, anche se probabilmente non era intenzione dell’artista. Altra nota: il brano che vede protagonista Phil Anselmo poteva essere migliore, non per interpretazione quanto per struttura del brano stesso, un po’ più originale; insomma, poteva avere una marcia in più che gli è mancata. L’aggettivo “teatrale” usato all’inizio della recensione non è casuale, perché effettivamente i brani possiedono una certa “teatralità” nell’incedere, sono costruiti su più livelli e la musica spesso si fa portatrice di suoni che sembrano vivi davanti agli occhi dell’ascoltatore. E’ un disco sicuramente personale, magari non perfettamente riuscito in ogni sua parte ma sicuramente buono nel complesso, anche se un po’ eterogeneo. Ma da una personalità come quella di Jarboe è sicuramente qualcosa che ci possiamo aspettare, e non le daremo sicuramente contro per questo. Anzi.