JESU – Pity / Piety

Pubblicato il 31/12/2022 da
voto
7.0
  • Band: JESU
  • Durata: 00:35:30
  • Disponibile dal: 13/12/2022
  • Etichetta:
  • Avalanche Inc.

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Uscito a sorpresa un paio di settimane fa, “Pity/Piety” ci ripresenta i Jesu di Justin Broadrick in una veste estremamente distesa. Avendo visto di recente il musicista britannico alle prese con la riproposizione integrale di “Streetcleaner” dei suoi Godflesh all’ultima edizione del Damnation Festival di Manchester, lo stacco tra le arie malinconiche di questo nuovo EP e l’impatto severo e metallico della pietra miliare della sua band principale è decisamente netto, ma, a ben vedere, si può notare un cambio di marcia anche rispetto a “Terminus”, ultimo full-length firmato Jesu. Con questo nuovo “Pity/Piety”, Broadrick mette infatti da parte le strutture più compatte e la vaga forma canzone delle recenti uscite per tornare ad approfondire il proprio carattere più ambient e ipnotico, offrendo due lunghe tracce – diciassette minuti ciascuna – con cui si persegue una sorta di salvezza spirituale, accantonando l’orientamento più ‘pop’ e dando massimo risalto alla propria fascinazione narrativa, con la tipica combinazione di elementi shoegaze, dream pop e industrial a creare un’atmosfera sognante e sospesa, solo saltuariamente interrotta dalle soffuse linee vocali del leader del progetto. In particolare, “Piety”, il secondo episodio della succinta tracklist, appare come una specie di esercizio in stasi contemplativa, con una essenziale progressione di synth e un’anima drone che sembrano godere nel trascinare l’ascoltatore in un loop in cui i vuoti sono molto più dei pieni. Questo tratto nebbioso si estende, come spesso accaduto in passato, anche al lato visivo, con un artwork assai suggestivo che va a rafforzare un’estetica coerente con il rinnovato suono sognante e sperimentale di marca Jesu.
Ancora una volta, il formato EP si rivela dunque particolarmente caro a Broadrick, il quale riesce a concentrare in un minutaggio relativamente contenuto cenni al passato, nuovi spunti e curiosi cambi di registro. Nel complesso, un’opera magari non imprescindibile, ma certo in grado di garantire un’esperienza di ascolto introspettiva e avvolgente, alla pari di vecchie pillole come “Heart Ache” o “Never”.

TRACKLIST

  1. Pity
  2. Piety
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