8.0
- Band: JOEL HOEKSTRA
- Durata: 00:56:53
- Disponibile dal: 12/02/2021
- Etichetta:
- Frontiers
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Facile, si potrebbe pensare, produrre un buon disco quando, dando un’occhiata alla formazione, si scorgono i nomi di Russell Allen (Symphony X, Adrenaline Mob), Tony Franklin (ex The Firm, Blue Murder), Vinny Appice (ex Black Sabbath, DIO) e Derek Sherinian (Sons Of Apollo, Dream Theater) con l’ulteriore lusso di poter contare su un pezzo da novanta come Jeff Scott Soto per quanto riguarda le backing vocals.
Ma dietro al lavoro del songwriter Joel Hoekstra, attuale chitarrista di Whitesnake e Trans-Siberian Orchestra, ci sono anche talento e passione, due elementi evidenti all’ascolto di “Running Games”, secondo disco della sua carriera solista denominata ’13’. Quel che esplode dalle casse, una volta pigiato il tasto di partenza, è un sound senza dubbio classico ma capace di colpire con una potenza inaudita grazie ad una produzione moderna. Insomma come dovrebbero suonare Dokken e Whitesnake in tempi odierni? Esattamente così! Brani come la massiccia opener “Finish Line” o la più rockeggiante “I’m Gonna Lose It” sono esempi di musica di livello elevato da ascoltare alzando a dismisura i decibel dell’impianto stereo. Ma è la capacità di muoversi con autorevolezza tra diverse sonorità ed influenze a colpire durante l’ascolto: su una base hard rock, Joel riesce ad incastrare alla perfezione la voce di scuola prog metal di Allen, l’esperienza di stampo classico della sezione ritmica, le tastiere eclettiche di Sherinian ed in generale riff dinamici sempre pronti a creare soluzioni vincenti. Lodevole ad esempio “Hard To Say Goodbye”, dal tiro radiofonico ma non certo la solita canzonetta da piazzare in rete a caccia di qualche ‘mi piace’. Qui l’estro dei musicisti coinvolti è evidente e la struttura del brano è tutt’altro che banale – dopotutto un assolo di tastiere di tale caratura non è ciò che di più classico si possa trovare all’interno di un brano hard rock. Le note intense della power ballad “How Do You” sono un pregevole stacco prima di addentrarsi nelle sonorità rockeggianti e focose di “Heart Attack”, in quelle più oscure e massicce di “Reach The Sky” ed all’interno della melodica ed intrigante “Take What’s Mine”, traccia che colpisce con l’esuberanza alle sei corde di Joel ed un tocco progressivo riconoscibile in qualche passaggio. Infine la titletrack che viene relegata in fondo alla tracklist è un’affascinante e rilassante ballata acustica in grado di mettere in mostra l’espressività vocale del cantante americano e la cura negli arrangiamenti da parte di mister Hoekstra.
Con “Running Games” Joel ricorda ai più scettici come si possa ancora produrre, ai giorni nostri, un gran bel disco di classic hard rock ben bilanciato tra melodia, tecnica e potenza.