JON OLIVA’S PAIN – Tage Mahal

Pubblicato il 02/11/2004 da
voto
8.5
  • Band: JON OLIVA'S PAIN
  • Durata: 01:02:37
  • Disponibile dal: 25/10/2004
  • Etichetta:
  • SPV Records
  • Distributore: Audioglobe

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Vede finalmente luce il progetto extra Savatage di Jon Oliva, dopo le tante parole spese a riguardo. L’eclettico Jon torna a dire la sua con una band nuova, i Pain, che altri non sono se non quelli che sono stati i compagni d’avventura nei Circle II Circle dell’ex singer dei Savatage Zak Stevens. Non temano i fans dei Savatage; Jon Oliva non ha nessuna intenzione di sciogliere il suo gruppo d’origine e, come egli stesso ha affermato, i Pain non costituiscono alcun pericolo in questo senso. Certo, dopo aver ascoltato il bellissimo “Tage Mahal”, viene da chiedersi per quale motivo Jon non abbia voluto registrare questo disco a nome Savatage, essendo lo stile dello stesso molto legato a quello della band di provenienza. E’ inutile cercare una risposta a questo interrogativo, quello che conta è solamente la musica contenuta in “Tage Mahal”. L’album è un omaggio al defunto fratello di Jon, quello che fu il primo chitarrista dei Savatage, Criss Oliva. Prima del fatale incidente che gli costò la vita, Criss aveva intenzione di registrare un disco interamente strumentale, intitolato appunto “Tage Mahal”; chiara quindi l’intenzione di Jon di ricordare il fratello scomparso. Come dicevamo, stilisticamente il disco non si discosta molto dal marchio di fabbrica dei Savatage e, pezzi come “The Non Sensible Ravings Of The Lunatic Mind”, “Father, Son, Holy Ghost” e la teatrale “All The Time” ne sono un chiaro esempio. Ma lo sforzo compositivo di Jon non si esaurisce di certo qui e, grazie alla sua infinita classe, riesce a regalarci una serie impressionante di canzoni di assoluto valore, a partire dalla fantastica opener “The Dark” che nasce da tinte pianistiche vagamente jazz e si rivela essere un pezzo teso, intensamente drammatico e dinamico, con evidenti richiami ai Savatage. “People Say – Gimme Some Hell” è un tributo ai Savatage, in cui Jon cita svariati titoli di canzoni di successo della band, questo per dimostrare che il singer non ha nessuna intenzione di negare da dove abbia tratto ispirazione per scrivere l’album, se non da quello che è il suo consolidato stile. “Guardian Of Forever” è un bellissimo pezzo ricco di feelings sia nella musica che nelle vocals, pregno di parti strumentali differenti che confluiscono meravagliosamente in un unico, grande affresco musicale di inestimabile valore. “Slipping Away” si discosta abbastanza da quello che scrive generalmente Jon, essendo questa un ottima hard rock song dalle tinte leggermente progressive, mentre con l’intimista “Walk Alone” il terremotante Oliva grida al mondo tutto il suo dolore, in maniera intelligente e sopraffina. “No Escape” rappresenta una piacevole fuga dall’elaborato contesto del disco, presentandosi come un pezzo molto grezzo e diretto, così come la tortuosa e rabbiosa “Pain”. Il disco si conclude con altre due gemme di gran valore: “Outside The Door” è giocata tra duri riffs di chitarra e delicate pennellate di piano, mentre “Fly Away” è una meravigliosa ballad che chiude degnamente un lavoro eccellente, che non accusa nessun colpo negativo per tutta la sua durata. E’ vergognoso di come il mondo intero non si sia mai accorto di questo grande artista, autore di opere di prim’ordine, vicine in alcuni casi, al concetto di musical di Loyd Webber. Noi che lo conosciamo, godiamocelo.

TRACKLIST

  1. The Dark
  2. People Say - Gimme Some Hell
  3. Guardian Of Forever
  4. Slipping Away
  5. Walk Alone
  6. The Non Sensible Ravings Of The Lunatic Mind
  7. No Escape
  8. Father, Son, Holy Ghost
  9. All The Time
  10. Nowhere To Run
  11. Pain
  12. Outside The Door
  13. Fly Away
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